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Sapete perché la cuccìa si chiama così? Oggi cercheremo di scoprire qualcosa in più sull’origine del nome di questa ricetta tipica della Festa di Santa Lucia. Questa pietanza ha origini molto antiche ed ha da sempre avuto una valenza rituale. La cuccìa, infatti, sarebbe parente stretta della kóllyva greca, una vivanda a base di grano cotto, e della kutjà russa, che era a base di grano (o miglio, orzo, riso) bollito.

La prima attestazione scritta della cuccìa la troviamo nel Vocabolario Siciliano e Latino di Lucio Scobar, stampato nel 1519, dove compare come “cuchia”: da quel momento in poi gli studiosi hanno iniziato a darsi da fare per rintracciare l’origine di questo termine.

Il siciliano Joseph Vinci, nell’Etymologicum Siculum del 1759, vede l’origine nel greco cóccos, mentre il Pasqualino la connette alla voce siciliana “cocciu”, cioè granello: la cuccìa, infatti, è fatta di tanti “granelli” di frumento. Nell’Ottocento lo studioso siciliano Corrado Avolio fa riferimento al greco kokkìa. Il suo contemporaneo Gioeni aggiunge che veniva chiamata cucchià in Arcadia.

Michele Amari è una voce fuori dal coro: secondo lui, infatti la cuccìa vede origine in una «pasta di grano immollato, mescolato con latte, [che] si mangiava e si mangia in Egitto e si chiama ancora kesc». In generale, comunque, la derivazione della parola cuccìa dal greco ta ko(u)kkía (i grani) è ormai ampiamente accertata e sostenuta dalla maggior parte degli studiosi.

Ecco, dunque, perché la cuccìa si chiama così.

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