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San Mauro Castelverde si trova sull’omonimo monte, avvolto dal dolce abbraccio delle Madonie e dei Nebrodi. Davanti, guarda verso il mar Tirreno, osservando rilievi e paesi come Pollina e Castelbuiono. Il territorio è ricco di pascoli, uliveti, frassineti e boschi.

Il paese esisteva già con il nome “Santo Mauro” dai tempi dei Normanni e risultava iscritto tra i manieri della contea di Geraci, nella diocesi di Messina. Non avrebbe potuto prendere questo nome prima del 15 gennaio 584, data della morte di San Mauro abate.

Il paese, seppur sotto forma di agglomerato di costruzioni, probabilmente esisteva già. “San Mauro” sarebbe stato dato al paese in seguito alla donazione di una reliquia del suddetto santo da parte dei monaci benedettini di un convento esistente sul luogo.

L’appellativo “Castelverde” fu aggiunto a partire dal maggio del 1863 quando, in seguito all’unificazione del Regno d’Italia, prese questo nome per distinguersi dagli altri 22 paesi omonimi.

Storia

La storia di San Mauro Castelverde appare un po’ lacunosa e si fonde con alcuni aspetti privi di attendibilità. Da una parte, infatti, vi sono leggende tramandate oralmente, mentre dall’altra vi sono alcuni testi sicuramente più affidabili. Si narra che i primi dimoranti siano stati i Greci.

Interessante è anche la leggenda di “Pietro Verde”. Questi sarebbe stato un nobile feudale carolingio che, caduto in disgrazia e profugo, si sarebbe rifugiato in Sicilia. Dopo aver comprato un vasto appezzamento di terreno, costruì un castello, chiamato “Castello Verde”. Dopo aver sposato un’altra nobile castellana di Calandra, Maria Coco, sarebbe nata la sua stirpe, iniziata dal primogenito Diacinto.

Durante l’età medievale, è stata molto importante l’occupazione saracena del XI secolo, poiché ha apportato cambiamenti nella cultura, nelle tradizioni e nel territorio. Dal 1060 al 1091 si attuò la sconfitta degli Arabi e l’ascesa dei Normanni del Conte Ruggero.

Nel 1282, con la rivoluzione dei Vespri, la vecchia Trinacria passò alla casata d’Aragona. Del periodo angioino sappiamo che San Mauro si inaridì economicamente e solo dopo i Vespri la Sicilia crebbe nuovamente, poiché Federico II concesse al conte Francesco Ventimiglia le terre di diversi paesi attigui, tra cui San Mauro stesso. Nel 1492 i cittadini si ribellarono ai Ventimiglia.

Cosa vedere a San Mauro Castelverde

Tra le chiese, sono pregevoli la Chiesa di San Mauro Abate, la Chiesa di Santa Maria della Catena e il monastero della Badia, la Chiesa di Santa Maria de’ Francis e la Chiesa di San Giorgio.

Nel borgo vi sono circa una decina di orologi solari, chiamati impropriamente “meridiane”, posizionati su pareti di chiese ed edifici privati. In seno ai 66 archi e ai molti cortili (“bàgli”) disseminati in tutto il paese, da menzionare è il palazzo municipale, a tre piani e sormontato da un orologio del 1884, nonché ex magazzino dei Ventimiglia.

Interessante è anche l’ex convento dei Cappuccini. Vi sono, inoltre, anche i ruderi del padiglione di caccia dei Vengimiglia, la torre di San Cono e diverse edicole votive.

Foto di Antonio1952 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento

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