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All’interno della Palazzina Cinese di Palermo si trova un oggetto decisamente ingegnoso: la tavola matematica. Prima di raccontarvi la sua storia, facciamo un piccolo passo indietro.

La Palazzina Cinese

Siamo nel 1798: Ferdinando di Borbone e Carolina si rifugiano nel capoluogo siciliano, in fuga dai tumulti di Napoli.  Il sovrano acquista qui dei terreni per costruire una riserva di caccia, dentro il Parco della Favorita: nell’area c’è anche una stravagante costruzione di stile cinese, che viene ristrutturata con l’aiuto del noto architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia.

La Palazzina Cinese è un particolare gioiello, che racchiude al suo interno stanze affrescate e ricchi decori. Si contraddistingue, oltre che per la bellezza, anche per la presenza di una cucina separata dall’edificio residenziale. Così si escludono gli odori e la presenza di cuochi e servitù.

Per garantire una privacy ancora maggiore, una tavola di legno rotonda, già apparecchiata, viene fatta salire al piano superiore, nella sala da pranzo, tramite un meccanismo ligneo dotato di fune, pulegge e carrucole.

Tavola matematica di Palermo

La tavola matematica di Palermo trae ispirazione da quella voluta da Luigi XV per il Petit Trianon, nei giardini della Reggia di Versailles. Il tavolo trova posto al centro di una ridotta sala da pranzo, ulteriore testimonianza della volontà di condividere con pochi intimi i pasti.

Progettato da Marvuglia, ha quattro fori circolari, per consentire alle portate di arrivare, essere consumate e scendere di nuovo. Per comunicare con la servitù, vi sono dei campanelli e dei nastri colorati, associati alle pietanze.

Foto Salvatore Ciambra – Licenza Creative Commons

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