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Nessun passaporto sanitario per circolare in Italia: questa la posizione del ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. L’ipotesi di un documento per garantire la sicurezza dei luoghi che accolgono i turisti è stata avanzata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: “Io lo chiamo protocollo per poter garantire la sicurezza sanitaria di chi in Sicilia arriva: stiamo lavorando per mettere a punto questo documento. Occorre filtrare, nel rispetto di tutti e senza fare discriminazioni, chi arriva da noi”, ha spiegato.

Ma da Roma arriva un fermo “no”. “Invito tutti a rileggere l’articolo 120 della Costituzione italiana, che chiarisce molto bene la disciplina: la Regione non può istituire e adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale – afferma Boccia -. Se la comunità scientifica dice che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono: altrimenti, li avremmo tutti noi, qui, assieme alla tradizionale carta di identità”.

“Nei prossimi giorni, nelle prossime ore – ricorda il ministro – l’ultimo ‘clic’ che riporterà il Paese a muoversi dovrà essere quello del buonsenso. Se tutte le Regioni ripartono, ripartono senza distinzione sul profilo dei cittadini residenti in una Regione o in un’altra, se le autorità sanitarie e il Governo decideranno che il Paese è pronto per la ripartenza“.

Boccia ribadisce che “La distinzione fra cittadini che provengono da una città o da un’altra non è prevista dalla nostra Costituzione: se siamo tutti sani, ci muoviamo nel Paese come abbiamo sempre fatto. Diversa è la valutazione che porti a prevedere una fase di quarantena: ma non siamo in quella situazione e in ogni caso occorre un accordo fra le parti, fra tutte le Regioni”.

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