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Si parla di rado dei Cantastorie Siciliani, eppure si tratta di una tradizione molto preziosa della nostra isola. Li si relega al passato ma, invece, sono una parte fondamentale della cultura siciliana, ancora nel presente.

Quella dei cantastorie siciliani è una delle anime creative più suggestive, insieme all’Opera dei Pupi (patrimonio immateriale dell’Umanità) e alla Tarantella, la danza in costume folkloristico.

Cantastorie Siciliani, tra passato e presente

Per parlare dei cantastorie dobbiamo fare un tuffo nel passato. Tutto ci collega, infatti, alla figura dell’aedo dell’antica Grecia. Questi era il cantore che, come un profeta ispirato dalla divinità, narrava vicende oralmente. Recitava, proprio come Omero, i poemi, sul suono armonioso della cetra.

L’aedo era un professionista a tutti gli effetti. Con il passare dei secoli, la figura del cantastorie ha assunto caratteristiche diverse. Nel Medioevo, ad esempio, vi erano giullari e trovatori, che utilizzavano i dialetti.

I cantastorie siciliani giravano l’isola e si esibivano soprattutto in occasione di feste ed eventi o, comunque, di ricorrenze. Erano molto abili a cantare l’amore, i potenti, i fatti di cronaca, le avventure degli eroi e molto altro, seguendo i gusti del pubblico. Vivevano delle offerte degli spettatori o della vendita di foglietti con la storia raccontata.

Con le loro storie creavano importanti intrecci, arrivando anche a dare vita a racconti a puntate. Con l’avvento della discografia, i foglietti vennero sostituiti da dischi e musicassette.

Tra i cantastorie siciliani più famosi possiamo citare Gaetano Grasso di Paternò (CT), Paolo Garofalo, di S.Cataldo (CL) e Orazio Strano di Riposto (CT) pionieri e caposcuola dei cantastorie.

Dietro l’attività dei cantastorie siciliani c’è un vasto bagaglio culturale, che abbraccia tanto la tradizione orale, quanto i versi scritti in endecasillabi, arrivando alla musica. Ad accompagnarli c’erano gli strumenti, ma anche dei cartelloni pittorici, realizzati a mano da maestranze locali. Il linguaggio e lo stile di questi artisti è una preziosa eredità della Sicilia.

È una tradizione da non perdere e ricordare.

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