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Sicilia segreta: il Ponte dei Saraceni sul Simeto.

  • Il cuore della Valle del Simeto custodisce uno dei ponti più belli d’Italia.
  • Si tratta di un vero e proprio tesoro nascosto, di cui pochi conoscono la storia.
  • Tutto intorno, ci sono le forre laviche e la bellezza dell’Etna.

La Sicilia è ricca di luoghi da esplorare. Alcuni di questi sono molto conosciuti e fanno spesso parlare di sé, ma ce ne sono altri meno noti, ma altrettanto belli. Tra questi ultimi rientra indubbiamente il Ponte dei Saraceni. Questa struttura dal passato millenario collega il territorio di Adrano (Catania) con quello di Centuripe (Enna), presso il Passo del Pecoraio. Nonostante si chiami “dei Saraceni”, sarebbe in realtà stato costruito nel periodo romano, quindi modificato e ricostruito nel XII secolo. La sua storia è un po’ travagliata, a cominciare dalle origini non confermate. Alcuni studi hanno ipotizzato che lo scheletro del ponte possa essere stato costruito su alcune strutture saracene preesistenti, in epoca medievale normanna (XII secolo).

Il Ponte dei Saraceni

Ponte dei Saraceni – Foto di Domenico Notarnicola

Il Ponte dei Saraceni, al momento della sua creazione, si trovava in un punto strategico, all’interno della Valle del Simeto. Nel corso del tempo, purtroppo, è stato distrutto e danneggiato diverse volte, specialmente per cause naturali. Si ricorda, ad esempio, l’alluvione del 1948. Oggi rimane solo un’arcata principale, quella maggiore, ad arco acuto. Le altre sono una a sesto acuto e una a tutto sesto: forse sono di origine romana e sono state ricostruite in un secondo momento, senza conservare l’aspetto originario. Il ponte scavalca un tratto delle forre laviche, particolare conformazione basaltica dovuta a colate laviche pre-etnee scavate dall’azione erosiva del Simeto. Una piccola curiosità: nel 2015 Repubblica.it ha inserito questo ponte siciliano tra i 30 ponti più belli d’Italia. Rappresenta sicuramente un bene cui dedicare maggiore attenzione: le recensioni online dei visitatori sono concordi nell’elogiare la sua bellezza.

Foto: Domenico Notarnicola

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