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Nuovo luogo da scoprire: il Lapidarium di Alesa Arconidea.

  • Sarà aperto al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle 16.30, con ingresso gratuito, su prenotazione.
  • Il Museo, attraverso le testimonianze e le epigrafi esposte, conserva la memoria documentale che scandisce le tappe storiche dell’antico centro.
  • Il lapidario è stato allestito nel piano inferiore di uno degli edifici rurali del complesso della ottocentesca fattoria fortificata Di Salvo.

C’è una nuova attrattiva nel complesso di Santa Maria delle Palate a Tusa (ME) all’interno del Parco Archeologico di Tindari: il Lapidarium di Alesa Arconidea, l’antica città siculo-greca che lì sorgeva. Sarà aperto al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 16.30. L’ingresso è gratuito, ma con prenotazione: basta cliccare qui. Il Museo, attraverso le testimonianze e le epigrafi esposte, conserva la memoria documentale che scandisce le tappe storiche dell’antico centro, dal momento della fondazione avvenuta alla fine del V secolo a.C., a quello della distruzione ad opera di eventi tellurici, databile al IV sec. d.C. e, ancora oltre, quando la città divenne sede vescovile, fino all’invasione araba della Sicilia.

Il lapidario è stato allestito nel piano inferiore di uno degli edifici rurali del complesso della ottocentesca fattoria fortificata Di Salvo, che prese il posto dell’antico convento cinquecentesco dei padri francescani, oramai fatiscente e in parte crollato, del quale rimangono pochi resti nei pressi dell’ingresso del lapidario. Il locale è stato reso funzionale come spazio espositivo a conclusione di un percorso che include e valorizza anche il passaggio coperto tra la Chiesa di Santa Maria delle Palate e l’Antiquarium, secondo un’idea progettuale di Museo Diffuso. Lo spazio espositivo è stato allestito secondo un itinerario cronologico, nel quale le epigrafi trovano una loro logica collocazione con funzione, oltre che scientifica, anche didattica e divulgativa, supportata da un efficace apparato esplicativo mediante pannelli e didascalie.

“Un museo costituisce un importante elemento identitario per il territorio in quanto restituisce dignità ai luoghi. Le testimonianze esposte, selezionate tra quelle ad oggi scoperte, raccontano – dice l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – 400 anni di vita e di storia civica e religiosa della città di Tusa, che è stata dapprima colonia greca, poi romana e infine tardo antica. L’inaugurazione di spazi museali che raccolgano la storia e le testimonianze dei luoghi rientra in una politica di rafforzamento dell’identità su cui il Governo regionale sta molto puntando nella consapevolezza che solo la coscienza della propria storia può rafforzare il senso di appartenenza e il rispetto dei luoghi“.

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