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Sicilia Superstar: la pasta chi vruocculi arriminati sul New York Times.

  • La chef inglese Skye McAlpine, durante il lockdown, si è cimentato con un classico della cucina siciliana.
  • La pasta chi vruocculi arriminati l’ha conquistata e la sua ricetta è stata ripresa dal New York Times.
  • Una conferma del fatto che la tradizione culinaria dell’isola non conosce confini.

La fama della cucina siciliana a ogni latitudine non è certo una novità. In ogni parte del mondo è possibile trovare estimatori di un’arte culinaria che ha solide radici e che sa creare magiche alchimie del gusto. La stampa internazionale, in più occasioni, ha elogiato la Sicilia e sue ricette e una nuova conferma in tal senso è arrivata dal prestigioso New York Times. La protagonista, stavolta, è la pasta chi vruocculi arriminati, un tipico primo piatto con il cavolfiore. L’occasione per parlarne è data dalla storia storia della chef inglese Skye McAlpine. McAlpine, prima dell’emergenza Coronavirus, era abituata a cucinare per molte persone. Le restrizioni imposte dalla pandemia l’hanno portata a scoprire una nuova – e ridotta – dimensione in cucina. Ha continuato a preparare i suoi piatti, che da sempre vengono ispirati non solo dalla tradizione inglese, ma anche da quella italiana, scoprendo il piacere di cucinare anche per due persone.

La chef inglese scopre la cucina siciliana

Avendo più tempo per cucinare, si è anche dedicata con più attenzione all’aspetto della presentazione. Nel corso del lockdown a Londra, tra i piatti che ha cucinato più spesso c’è stata proprio la pasta chi vruocculi arriminati. La ricetta le è stata data da un amico siciliano, che gliel’ha presentata come la “pasta più buona del mondo”. Non l’aveva mai provata prima e, una volta sperimentata, se ne è innamorata. “Il trucco – spiega – è usare la stessa padella per il cavolfiore e la pasta”. “È molto importante – ha aggiunto – non dimenticare la mollica di pane abbrustolito alla fine, squisitamente croccante, salata e dorata: è proprio ciò di cui la salsa quasi dolce ha bisogno”.

 

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