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Cosa vedere a Sinagra, il paese dei cuori.

  • Facciamo tappa in provincia di Messina, per scoprire un paese che ha tanto da raccontare.
  • Ci troviamo fra la costa del Tirreno e i Nebrodi, a 265 metri di altitudine.
  • Chiese secolari, palazzi, viuzze e una dolce leggenda: c’è davvero molto da scoprire!

Il viaggio alla scoperta della Sicilia ci porta oggi in un paesino che ha meno di 3mila abitanti ed è immerso nel verde della fiumara del Torrente Naso, fra la costa del Tirreno e i Nebrodi. Un contesto coronato da giardini e oliveti. Sinagra è uno scrigno da aprire, dentro cui trovare chiese secolari, antichi palazzi, viuzze lastricate e tradizioni. Da qui sono passati duchi, baroni e gente di ogni estrazione sociale. Tutti loro, insieme, ne hanno scritto la storia. Per quanto riguarda il nome, vi sono poche certezze. Si ipotizza che le origini possano essere romane, derivando “sinus aggeris” (per indicare un’insenatura arginata) o da “sinus acrius” (per indicare un punto in cui la corrente del fiume diventa impetuosa), o da “sine agro” (per indicare un territorio povero di pianure) o, ancora, da “sinus agri” (“insenatura sui campi”). A queste ipotesi bisogna aggiungerne un’altra, che fa derivare il nome Sinagra dal termine latino “sinus” (insenatura) e da quello greco “kryo” (freddo): insenatura che porta ai luoghi freddi, sui monti Nebrodi, spesso coperti di neve.

Cuori di pietra, palazzi e fiori

Passeggiando per le viuzze di Sinagra si scopre che, su alcune facciate, vi sono dei cuori in pietra. La presenza dei cuori è legata a una bella leggenda. Si narra che un ragazzo fosse innamorato della figlia di un noto artigiano che lavorava la pietra. Per chiederla in moglie, realizzò a mano un cuore, scavandolo nel marmo. L’opera piacque al maestro artigiano e il ragazzo sposò la fanciulla. Da allora, gli innamorati decorano le facciate con un cuore scavato nella pietra. Questo romantico paesino è in una posizione strategica, tra il mare di Capo d’Orlando e i monti dei Nebrodi. Fa anche parte del circuito dei comuni fioriti, quindi prestate attenzione ai suoi bei balconi ornati di piante colorate.

Tra le attrazioni da vedere ci sono i ruderi del castello e la Chiesa Madre, che ospita un trittico in marmo del Gagini. Non mancano, poi, i palazzi nobiliari, che anche dall’esterno sono molto suggestivi. Sotto il castello si trova la Grotta del Beato. In questa piccola grotta naturale (alta sette palmi e lunga sette) si recava per trascorrere la notte il Beato Diego. All’interno, con le sue stesse mani, scavò un letto e un inginocchiatoio per potersi ritirare a vita eremitica.

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