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A Partinico la Prima Food Forest di Sicilia.

  • A due passi da Borgo Parrini, in un terreno confiscato alla mafia, prenderà vita un progetto rivoluzionario.
  • È la prima iniziativa di questo tipo in Sicilia.
  • L’idea dell’ecologo brasiliano Rafael Da Silveira Bueno.

Una produzione sostenibile, che passa attraverso la riqualificazione di un terreno confiscato. Queste le premesse della prima Food Forest di Sicilia, che nascerà a Partinico (Palermo), in un terreno confiscato alla mafia. Ma cosa è una Food Forest (foresta commestibile)? Si tratta di una “agro-foresta”, che produce cibo e rispetta l’ambiente. Le piante tropicali e mediterranee convivono per creare un sistema circolare e virtuoso, che possa combattere l’impoverimento del terreno e riutilizzi gli scarti della lavorazione e le acque piovane. È la prima volta che in Sicilia si fa qualcosa del genere. Il progetto è dell’ecologo brasiliano Rafael Da Silveira Bueno e vi lavorano la cooperativa sociale NoE e la Valdibella di Camporeale, con gli svizzeri di Crowd Container, che hanno lanciato sul web il crowd-funding. Sarà una filiera chiusa, dal produttore direttamente al consumatore. La raccolta fondi è partita il 20 ottobre e si concluderà il 20 novembre, con l’obiettivo di raccogliere 60mila euro (la trovate a questo link).

Il progetto

In una parte del terreno verranno consociate vecchie varietà di frutta, frassino, noce, piante aromatiche e specie della macchia mediterranea commestibili. In un’altra parte saranno piantati ulivi, frassini, noci, asparagi e siepi. Ancora, ci saranno piante di avocado, di annona e passiflora edulis. Ci saranno anche un biolago, un’area didattica e un’area animali. Gli scarti della lavorazione saranno compost, la pioggia servirà a irrigare, seguendo un sistema sostenibile già utilizzato in Sudamerica. I frutti della foresta commestibile verranno prodotti seguendo una programmazione con i vari partners. Saranno distribuiti in parte in Svizzera e in parte per il mercato locale, garantendo la massima trasparenza possibile al consumatore finale.

Foto: Cooperativa NoE.

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