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La natura in città: i sentieri della Riserva di Capo Gallo.

  • A breve distanza dal centro di Palermo c’è una magnifica riserva che aspetta di essere scoperta.
  • Monte Gallo dista appena 12 chilometri dal Teatro Massimo ed è un luogo in cui la natura regna sovrana.
  • I paesaggi offrono un mix unico di terra e mare. Ecco come scoprirli.

Poco distante dal centro di Palermo la natura regna sovrana. È una natura fatta di mare e di terra, di acque limpide e montagne rocciose. I sentieri della Riserva di Capo Gallo sono un modo eccellente per scoprire una faccia della città sicuramente meno nota, ma non per questo meno affascinante. Quest’area era già abitata dal Paleolitico, come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nelle grotte presenti sul monte. Nel fondali, invece, è stato trovato un relitto di una nave cartaginese, con un carico di anfore. Nel territorio della riserva sono stati trovati resti fossili di cervo e dell’elefante nano, vissuto nell’era Quartenaria.

Basta questa piccola introduzione per comprendere il valore di questi luoghi, che sono facilmente accessibili e propongono percorsi adatti anche ai meno esperti. Bisogna anzitutto sapere che si può accedere alla Riserva da Mondello o da Barcarello (Sferracavallo). Naturalmente, prima di avventurarsi, è importante documentarsi e verificare che non vi siano strade e percorsi chiusi. I tracciati che trovate di seguito sono quelli illustrati dall’ente che gestisce la riserva e potete reperire tutte le mappe dettagliate cliccando qui.

I sentieri

  1. Il sentiero Coda di Volpe si raggiunge da Mondello: inizia in prossimità della vasca e prosegue in discesa in una valle tra pini e cipressi. Il tracciato è molto tortuoso e con ripide pendenze, quindi di difficoltà medio-alta. Arriva a ridosso delle case di Mondello, in prossimità della via Tolomea, sbarrata da un cancello privato.
  2. Il sentiero Piano dello Stinco inizia da un cancello forestale, posto a mezza costa, raggiungibile anche in auto dalla strada che dalla Via Tolomea sale sul monte. Procede all’interno di un bosco di conifere e sulla sinistra oltre il vallone è possibile scorgere i resti della Torre Amari, chiamata comunemente Dammusu. Arrivati al Piano dello Stinco il sentiero prosegue per tutto il pianoro e prosegue in discesa. La difficoltà è media.
  3. Il sentiero Pietra Tara inizia dal punto di accoglienza raggiungibile da Barcarello. Si sviluppa tra il litorale e le pendici di Monte Gallo ed è caratterizzato da diversi nuclei di arbusti e cespugli. Lungo il percorso è possibile scorgere un’antica Calcara, una vasca chiamata Urico. Giunti alla baia Puntazza, il sentiero prosegue lungo un viottolo tra le rocce fino a giungere alla Pietra Tara. La difficoltà è bassa.
  4. Il sentiero dei Cavalli è di notevole importanza storica. Si sviluppa tra il litorale e il sentiero principale Pietra Tara da cui inizia, per finire all’area di sosta Puntazza. Lungo il breve percorso, su alcuni tratti, sono presenti i resti del basolato che costituiva il sentiero delimitato da muretti in pietra. Anche in questo caso la difficoltà è bassa.
  5. Il sentiero del Semaforo inizia da una biforcazione del sentiero Piano dello Stinco – Semaforo e conduce al Semaforo, una costruzione che un tempo veniva utilizzata come punto di avvistamento dai militari. La difficoltà è medio-bassa.
  6. Il sentiero del Bauso Rosso inizia poco dopo il cancello del sentiero Piano dello Stinco – Semaforo e si inoltra in una valle fra alberi di Pini, Cipressi, qualche Eucalipto e più in alto qualche pianta di leccio.

Foto Wikipedia – Credits

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