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Ettore, bergamasco curato a Palermo, non dimentica i suoi angeli.

  • Nove mesi fa, nella fase più acuta dell’emergenza Coronavirus, il bergamasco Ettore Consonni è stato curato a Palermo.
  • Il suo caso era molto grave, ma si è svegliato dal coma e, dopo la riabilitazione, è tornato a casa.
  • In questo Natale il primo regalo ha voluto farlo ai medici e al personale dell’ospedale siciliano.

Ricorderete tutti la storia di Ettore Consonni, il bergamasco curato a Palermo durante la prima fase dell’emergenza Covid. Era stato trasferito all’ospedale Civico del capoluogo, 9 mesi fa, perché non c’erano più posti nella sua città. È rimasto in coma per 27 giorni, poi si è risvegliato ed è iniziata la riabilitazione. La Sicilia e, soprattutto, i medici che l’hanno curato, sono rimasti nel suo cuore, al punto da fargli tatuare l’isola sul petto. Un bellissimo gesto, che testimonia che la solidarietà non ha confini e che, nelle situazioni più difficili, è importante sostenersi a vicenda. Ettore non ha dimenticato il personale dell’ospedale Civico e, questo Natale, il primo regalo è stato proprio per loro. Durante il Tg1 è andato in onda un servizio dedicato a questa vicenda, che ha nuovamente unito idealmente Palermo e Bergamo.

La solidarietà non conosce confini

«Ciao Ettore, grazie del regalo ricevuto, è stato un pensiero carino! Ti pensiamo sempre, vieni a trovarci in Sicilia», dicono gli operatori dell’ospedale siciliano, in un video. Dall’altro lato dello schermo c’è il signor Consonni, che a stento trattiene le lacrime. «Solamente vederli e sentire quello che dicono, mi fa venire qualcosa al cuore», dice, aggiungendo: «Nel mio cuore c’è sempre posto per loro, non li dimenticherò mai, mi hanno salvato la vita, sono degli angeli». Anche di fronte alle telecamere del Tg1, Ettore Consonni ha mostrato la Sicilia che si è fatto tatutare: «Me la sento addosso, l’avevo promesso e l’ho fatto. Adesso devo andare a trovarli». Quando, alla fine del servizio del tg, gli viene chiesto qual è il suo sogno, non ha dubbi: «Che finisca questo calvario… deve finire», risponde, interpretando un pensiero che può condividere ognuno di noi.

 

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