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Chi erano i Beati Paoli?

  • Tra i misteri siciliani più famosi, c’è sicuramente quello della setta sorta a Palermo.
  • Ne sentiamo parlare spesso e volentieri, ma quanti ne conoscono effettivamente la storia o sanno chi erano?
  • Cerchiamo di saperne un po’ di più, tra realtà, storia e leggenda.

Da oltre cinque secoli il mistero dei Beati Paoli di Palermo è uno dei più affascinanti della Sicilia. Ad alimentarlo, il fatto che in proposito vi sono davvero molte dicerie, che si mescolano alla realtà. La prima apparizione storica della setta risale alla fine del XVIII secolo. Il marchese di Villabianca, in quel periodo, pubblica i suoi “Opuscoli Palermitani”, in cui si parla con fermezza dell’esistenza di una confraternita, denominata Beati Paoli, che avrebbe agito nell’oscurità intorno al 1180 circa. Ad alimentare il mito dei Beati Paoli è stato indubbiamente lo scrittore Giuseppe Natoli, che ha dedicato loro un libro, pubblicato nel 1909,

Perché si chiamavano Beati Paoli?

Il nome della setta è legato alla devozione a San Francesco di Paola. A giustificare il nome di “beati” è, quasi certamente, la pratica dei membri di andare in giro per le chiese di Palermo vestiti da monaci. Nottetempo, invece, coprivano il loro volto con un cappuccio nero. Quello che tutti non sanno, è che avevano anche un soprannome: i “vendicosi”. Si pensa, infatti, che la setta fosse formata per lo più da cittadini appartenenti a un ceto basso, alla ricerca di giustizia contro i soprusi dei nobili, nonché proprietari di feudi.

Il covo/tribunale

Come ogni setta che si rispetti, anche quella dei Beati Paoli di Palermo aveva il proprio “covo“. Questo luogo aveva la funzione di vero e proprio tribunale, in cui i confratelli si riunivano per decidere della morte o della vita dei rivali. Questo tribunale si componeva di vie e grotte sotterranee, appartenenti a un’antica necropoli punica. Si pensa si estendesse sotto il Mercato del Capo del capoluogo. Le rete dei cunicoli è stata ubicata tra la Chiesa di Santa Maria di Gesù (comunemente conosciuta come Chiesa Santa Maruzza dei Canceddi) e la Grotta di Vicolo degli Orfani. La Chiesa, che si affaccia in quella che ora è piazza dei Beati Paoli, ha una cripta sotterranea. Si pensa che la cripta fosse il luogo d’ingresso al tribunale. All’interno della cripta c’è un passaggio segreto che porta direttamente alla Grotta, un’antica camera dello Scirocco che si trovava all’interno del palazzo Baldi-Blandano.

Dai quei tempi in cui i Beati Paoli si aggiravano nei cunicoli sotterranei, molto è cambiato. A rimanere identico, è sempre l’alone di mistero che avvolge la loro storia. Una storia autenticamente siciliana, che vi consigliamo di approfondire leggendo il romanzo di Giuseppe Natoli.

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