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Cosa è il magma primitivo dell’Etna.

  • Il vulcano siciliano continua ad avere tutti i riflettori puntati addosso.
  • Le fontane di lava hanno illuminato il Mongibello, facendosi notare anche a grande distanza.
  • Gli esperti dell’INGV hanno fatto il punto sui tipi di magma che hanno alimentato i parossismi di febbraio.

I motivi che rendono affascinante l’Etna sono praticamente infiniti. Il vulcano siciliano, un vero e proprio gigante, nel mese di febbraio del 2021 ha tenuta ancora più alta l’attenzione su di sé, con una serie di parossismi. Le fontane di lava sono state visibili anche da lontano e le colonne di fumo hanno creato spettacoli davvero incredibili. Al di là degli aspetti legati alla spettacolarità di questi eventi, ci sono quelli più tecnici, approfonditi dagli esperti dell’Istituto Geofisica e Vulcanologia. Proprio gli esperti hanno parlato del magma primitivo dell’Etna. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

Da dove proviene il magma del vulcano siciliano?

I dati ottenuti nei laboratori dell’INGV-OE indicano che il magma coinvolto è sempre dello stesso tipo. Essi, inoltre, suggeriscono che il magma è uno dei più “primitivi” fra quelli emessi nel corso delle eruzioni del Cratere di Sud-Est negli ultimi 20 anni. A questo punto, è importante capire meglio cosa si intende per “primitivo”. Dall’INGV spiegano: «“Primitivo” è un termine generale usato dai vulcanologi per riferirsi a quei magmi la cui composizione è poco cambiata rispetto a quella del mantello (terrestre) dove si sono formati. Nel quadro di magmi che all’Etna negli ultimi decenni sono stabilmente di tipo basaltico, ciò sta a significare che il sistema di alimentazione più superficiale del vulcano è attualmente permeato e raggiunto da magmi provenienti da maggiori profondità ancora ben ricchi dei gas originari e dunque (più) capaci di originare e sostenere quelle meravigliose fontane di lava che ormai tutto il mondo ha visto».

Gli studi sull’Etna

Gli esperti dell’INGV-OE stanno conducendo ulteriori rilievi di terreno, al fine di identificare e campionare il materiale eruttato durante la fontana negli eventi più recenti. È probabile che la composizione del magma sia ancora quella registrata nei giorni precedenti, lasciando pensare che “la Muntagna” continui ad essere ben alimentata da serbatoi più profondi. Quanto abbiamo appreso sul magma primordiale dell’Etna, rende ancora più interessante il vulcano siciliano.

Foto: INGV

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