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Profumo di tradizione: la Sasizza Pasqualora siciliana.

  • Un salume siciliano tipico, che vanta un’antica origine.
  • Si tratta di una di quelle specialità della Sicilia che profuma di tradizione.
  • Viene prodotta soprattutto nelle province di Trapani e Palermo: ecco tutto quello che c’è da sapere.

Ci sono prodotti tipici siciliani che sanno di tradizione. Basta sentirne il profumo e poi assaggiarli, per gustare l’autentica esperienza dell’eccellenza di una volta. La Salsiccia Pasqualora è un salume caratteristico, a base di carne di maiale di qualità e con una caratteristica forma a “u”. Questo insaccato viene prodotto in particolare nelle province di Trapani e Palermo e fa parte della lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (Pat). Il nome deriva da fatto che, un tempo, si produceva nella Settimana Santa, per essere consumata nel periodo estivo. Anticamente le famiglie erano solite macellare un maiale a Natale e uno a Carnevale. Con l’approssimarsi della Quaresima, periodo durante il quale la carne non si mangia, la salsiccia che avanzava veniva appesa ad asciugare. Le origini di questa sasizza sono molto antiche: scopriamole insieme.

Sasizza Pasqualora, un salume siciliano antichissimo

Per comprendere l’importanza della Salsiccia Pasqualora nel panorama enogastronomico siciliano, pensato che la sua produzione (o quella di un prodotto molto simile) è testimoniata dal poeta Virgilio nelle “Georgiche”, un’opera che risale al I secolo avanti Cristo. Nel paese di Caccamo, in provincia di Palermo, la Pasqualora si produce rigorosamente con la ricetta di un macellaio del posto: intorno al 1860, ebbe cura di selezionare le carni e di tagliarle con un coltello separando bene le parti grasse da quelle magre. Da allora ad oggi la lavorazione dell’insaccato non è cambiata. Quella lavorazione è tutelata da un presidio Slow Food. Ma come si produce questa particolare salsiccia? Ve lo spieghiamo subito.

Per produrre la salsiccia Pasqualora si parte dalla lavorazione delle carni selezionate, le parti nobili del maiale, in punta di coltello o macinate a fori larghi. Grazie a questa tecnica di lavorazione, risulta meno grassa di altre qualità. Prima di essere insaccata e stagionata, si insaporisce con sale marino, una miscela di pepe nero e pepe bianco, vino bianco, peperoncino rosso frantumato e semi di finocchietto selvatico. Al taglio ha un bel colore rosso vivo. La consistenza cambia a seconda della stagionatura che arriva fino a due settimane. Quando è fresca, è tenera. Col passare del tempo, diventa sempre più compatta. Il profumo è intenso e aromatico sia nella versione dolce che piccante. È ottima come antipasto, cruda con il pane, cotta sulla brace, ma anche come ingrediente di ricchi sughi per condire la pasta. Nel Trapanese si prepara una deliziosa pasta con lo stufato di salsiccia Pasqualora.

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