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Un prodotto tipico della cucina di Sicilia.

  • Lumache siciliane: mille nomi per un ingrediente.
  • Ne sentiamo parlare spesso, ma pochi di noi ne conoscono curiosità e segreti.
  • Ecco tutto quello che c’è da sapere.

In Sicilia si chiamano babbaluci, vavaluci, vavalaggi, ‘ntuppateddi o anche crastuna. In Francia escargot. Nomi a parte, si tratta di uno di quei prodotti tipici di cui sentiamo parlare spesso e volentieri, che affondano le radici nella tradizionale cucina povera: le lumache siciliane. Dopo le piogge, si andavano a cercare lungo le strade di campagna, sui bordi delle carreggiate ancora umide. Si trovano in tutti i mercati, soprattutto nei mercati storici, con le loro antennine sempre in movimento. Si arrampicano sui cesti di vimini e costituiscono una innegabile attrattiva, soprattuto per chi non ne ha mai sentito parlare. Oggi le conosceremo più da vicino.

Lumache Siciliane o chiocciole?

Facciamo subito una prima, importante precisazione. Lumache e chiocciole non sono la stessa cosa. Di fatto, quelle che mangiamo sono le chiocciole, cioè quelle provviste di conchiglia. La lumaca non si porta appresso la sua casa e, a volerla dire tutta, non è commestibile. Nel gergo comune, comunque, si parla di lumache siciliane intendendo le chiocciole, quindi continueremo a usare questa definizione. Questi caratteristici molluschi si trovano nei luoghi umidi e ombrosi, prima di finire sui nostri piatti.

Come cucinare i babbaluci

I babbaluci prima di essere cucinati, devono naturalmente essere puliti per bene. È buona norma lasciarli a digiuno per due o tre giorni, per consentire la purgazione. Di solito si mette sopra il recipiente che li contiene un coperchio con un peso. Le lumache siciliane si fanno bollire: si versano nell’acqua bollente e si lasciano lì per almeno cinque minuti, quindi si sciacquano sotto l’acqua fredda corrente, in modo da togliere tutta la terra. Così sono pronte per essere cucinate. La cucina tradizionale di Sicilia offre diversi modi per cucinare i vavaluci. Ogni provincia ha i suoi segreti e le sue ricette, in merito ai quali non mettiamo assolutamente bocca. Possiamo sicuramente dirvi, però, che a Palermo sono un piatto irrinunciabile dei festeggiamenti in onore della patrona, Santa Rosalia. In occasione del Festino, il 15 luglio (ma già dalla sera della vigilia), è tradizione consumarli. Foto da video: YouTube.

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