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Alla scoperta dei migliori borghi siciliani.

  • Milo borgo siciliano che ha tantissimo da raccontare.
  • Incastonato nelle pendici orientali dell’Etna, ha accolto grandi artisti, come Franco Battiato e Lucio Dalla.
  • Vanta una storia interessantissima e tante curiosità.

Le pendici orientali dell’Etna custodiscono suggestivi paesini, incastonati tra le rocce nere di lava. Tra questi c’è Milo paese siciliano antico, ricco di storia e tradizione. Un tempo fu residenza estiva di Giovanni d’Aragona, fratello del re Pietro II, che vi fece edificare una piccola chiesa, consacrando il borgo a Sant’Andrea Apostolo. La chiesetta, oggi, è la chiesa madre di un abitato che si inserisce perfettamente nel paesaggio. Siamo a 750 m.s.l.m., in una bellissima posizione panoramica. Si guarda da Catania a Taormina e, nelle giornate terse, si arriva fino in Calabria. Qui Franco Battiato si era trasferito da oltre 30 anni e qui si è spento, nel mese di maggio del 2021. Anche Lucio Dalla aveva scelto questi luoghi alle pendici del vulcano. Esploriamoli insieme.

Milo borgo siciliano ricco di fascino

Tra tutti i paesi del versante ionico, Milo ha la più ampia vista sul mare. Agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento divenne una vera e propria “Taormina dell’Etna“. Si configura come un borgo agricolo, con diversi nuclei autonomi, anche distanti dal centro, uniti dalle strade e dalla provinciale. I nuclei sono diversi. Cominciamo da Fornazzo, una vera e propria “frazione” con la piazza, la chiesa e il campanile. Le case con cortili interni e immancabili anelli in pietra lavica sulle facciate, per attaccarvi asini e muli. Altro nucleo è quello di Caselle, a nord-ovest, che confina con Algerazzi e Carrino (Carlino), dove c’è il bellissimo leccio puricentenario. Con queste contrade e col Pianogrande, Milo spartisce i confini con il vicino comune di Zafferana. A sud-est c’è Praino, una contrada con la chiesetta che domina la vallata. Nei suoi fondi agricoli hanno trovato il buen retiro Lucio Dalla e Franco Battiato. Ancora, c’è anche la contrada del Salice, ricca di terrazze di vigneti ora diventati agrumeti a clementine, chiazzati di ciliegi. Moscarello (Miscarello) altra contrada vinicola, si estende fino al territorio di Santa Venerina.

Come nacque il paese alle pendici dell’Etna

Il paese di Milo, da intendersi come una sola comunità, nacque agli inizi del Settecento, in una serie di nuclei diversi. Ampie zone vennero destinate ad agricoltura, dando al territorio una fisionomia moderna. Alla base contadina si affiancò anche una classe di lavoratori di altra natura, come i muratori. Si arrivò, così, alla fisionomia definitiva dei luoghi: case del centro con facciate rosse, azzurre, verdi di tonachina e decorate. Degli ex feudi rimangono alcune case signorili, come le case Nicolosi-Villasmundo, quella di Continella a Praino, casa Leonardi a Salice o casa Russo, neo-gotica, degli anni Trenta del Novecento. Il riferimento di tutto era la chiesa, semi-distrutta durante la seconda guerra e poi ricostruita, di Sant’Andrea, chiamata “di l’acqua di lu Milu“. Altro monumento fu la fontana a grandi lastroni di pietra lavica, costruita nel 1911 al centro di Milo. La storia di questi luoghi, come di molti paesi della Sicilia, è segnata da terremoti ed eruzioni, come quella del 1950.

Milo crocevia di grandi personaggi

Anche il grande cinema è passato da qui: Pier Paolo Pasolini girò alcune sequenze per l’Inferno, come scenario del suo Decameron del 1971. Nel bosco Nicolosi, invece, Mauro Bolognini ambientò varie sequenze di “Un bellissimo novembre”, nelo 1969, con la Lollobrigida. L’ospite più eccentrico, però, fu sicuramente il barone Wilhelm von Gloeden, che aveva lo studio a Taormina. Era fotografo di giovani che faceva posare nudi e, negli anni Venti, abitò per qualche tempo a Rinazzo, dove pare lasciasse affreschi poi coperti. Insomma, pare proprio che le storie che Milo borgo siciliano può raccontare siano infinite. Non stupisce che tanti abbiano deciso di fermarsi qui. Foto: Antonino Arrigo.

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