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Alla scoperta delle spezie di Sicilia.

Ci sono prodotti dei quali si parla poco, nonostante abbiano una storia antica e tante proprietà benefiche. Tra questi, vi è il sommacco siciliano, una spezia molto profumata, con un bel colore rosso bruno e un sapore pungente. Sin dai tempi più antichi è diffuso nel Mediterraneo e lo si trova con nomi come “summaq“, “sumac” o “sumal“. In tempi recenti se ne è tornati a parlare e la polvere che si ottiene dall’essiccazione delle sue bacche, sta trovando popolarità nella cucina italiana e anche in quella di Sicilia. Scopriamo insieme qualcosa di più su questo singolare ingrediente.

Sommacco Siciliano usi e proprietà

Come abbiamo anticipato, il sommacco ha una lunga storia. Pensate che era già famoso ai tempi degli antichi Greci ed Egizi. Proprio loro sfruttavano l’elevata concentrazione di tannini contenuta nelle foglie, per tingere e conciare pelli. I Romani ne apprezzavano le proprietà terapeutiche ed erboristiche, facendone essiccare le bacche. Agli arabi si deve la diffusione della pianta in Sicilia. Il nome, secondo alcuni, deriverebbe proprio dall’arabo “summaq“: un termine che indica un piatto molto complesso e speziato. Secondo altri, invece, la parola verrebbe da “sumaga”, cioè “rosso” in siriaco”. Il sommacco siciliano, con il passare dei secoli, raggiunse una fama sempre maggiore. Agli inizi del Novecento, ad esempio, era molto popolare e veniva esportato dalla Sicilia in Europa e anche negli Stati Uniti. Ancora oggi vene sono alcune specie storiche nella nostra regione: il “Mascolino” (più diffuso nella Sicilia Occidentale) e il “Femminello” (nel versante orientale). Le curiosità non finiscono qui: siamo solo all’inizio! Procediamo.

La Sicilia è ricca di terreni aridi e rocciosi. Per questo motivo è sempre stata una perfetta “casa” per le piantagioni, soprattutto nelle province di Trapani e Palermo. Alla vista il sommacco siciliano si presenta come un arbusto, con foglie lunghe e pennate e fiori a forma di spiga. Una piccola curiosità: appartiene alla famiglia botanica delle Anacardiaceae, la stessa del pistacchio. Gli abitanti dell’Isola, a lungo, hanno considerato il sommacco siciliano una pianta infestante e velenosa, a causa della tossicità delle bacche crude. Oggi, ovviamente, sulla base delle conoscenze sviluppate in merito all’utilizzo, è stato decisamente rivalutato. Non solo possiede proprietà anti-età, ma è anche eccellente in cucina. Vediamo come.

Il sommacco siciliano ha un gusto subito riconoscibile. Un aroma intenso. La polvere si ottiene macinandone le bacche essiccate, messe prima in salamoia. Dato che è aspro e fruttato, quindi ricorda un po’ il limone, sta benissimo nelle marinature di pesce o anche nelle salse a base di verdure e yogurt. Profuma insalate e zuppe. A queste caratteristiche se ne aggiungono alcune legate al suo potere antiossidante. Pensate che, in tal senso, ha un potere molto superiore rispetto a cannella, zenzero, cumino, senape e curcuma. Il suo estratto è ricco di vitamine del gruppo B e minerali: è anche un potente antinfiammatorio e antimicrobico, nonché un alleato contro lo stress.

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