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TRIBUTO A BATTIATO: A MORGANTINA JURI CAMISASCA E RADIODERVISH IN UN CONCERTO D’EMOZIONE.

Per “ricordare” un uomo, un personaggio, un fatto, bisogna entrare in esso e bisogna in un certo senso “appropriarsi” di parte di quella entità della quale si intende fare Memoria. Non è semplice. A volte si cade in una sorta di fotocopia sbiadita messa distrattamente in un leggio. Si finisce per fare un “ricordino” da bancarella.

La cosa diventa ancora più “ardua” quando si intende di fare Memoria di un personaggio come Franco Battiato. Le note non bastano, non possono bastare. Così come non bastano le immagini. Personalità come Franco Battiato portano dentro di se una complessità assolutamente umana che, proprio perché “umana”, è unica. La genetica non è una invenzione. E la complessità di Franco Battiato è come una miniera inesplorata e “umanamente” inesplorabile dove studio, passione, emozione, misticismo… dove anima e corpo si scindono per ritrovarsi all’infinito.

Se Franco Battiato fosse stato a Morgantina il 29 agosto scorso, avrebbe visto buona parte di sé “trasposto” tra i Radiodervish e Juri Camisasca. Possibile? Si.

In quella cornice ricca di storia, nel cuore di una Sicilia che non a caso è la “Povera Patria” di tanta umanità, si è realizzato un evento che rimarrà certamente impresso in tutti coloro che hanno avuto modo di partecipare. Impossibile non “vedere” quell’anima mistica di Franco Battiato, quella religiosità tanto profonda quanto intima, nel passio-canto di Juri Camisasca e in quei suoi ampi gesti “parlanti”. Il connubio poi con i Radiodervish va certamente oltre la semplice collaborazione. Grandi professionisti, peraltro amatissimi da Battiato, che hanno saputo prendere per mano Juri Camisasca e compiere il più bel “ricordo” del maestro Battiato che si potesse immaginare.

Nabil con la sua voce riesce a posarsi come carezza su ogni nota e con ogni lingua. Pregevoli gli inserti in arabo che richiamano proprio in “senso” della profondità “religiosa” di Franco Battiato. Michele Lobaccaro da grande maestro della chitarra partecipa ad un arrangiamento meravigliosamente rispettoso che non concede spazio a sbavature né a protagonismi vani. Alessandro Pipino ha dato vita ad una riproposizione magica di “emozioni Battiatiche”. Indimenticabili e uniche le note che riesce a fare uscire dalle sue tastiere. Ora da pianista d’orchestra, ora da organista d’ambiente o da accorato fisarmonicista. A completamento del gruppo c’è stato un Pippo D’Ambrosio che ha saputo dare il suo apporto in ogni momento con un uso veramente magistrale della batteria e delle percussioni che forse avrebbero meritato una maggiore evidenza sonora.

Abbiamo cantato insieme. Abbiamo gridato insieme l’aspettato “bis” finale nella “Cura” e ci siamo emozionati. Insieme e “in Battiato” che non ci “abbandonerà mai”.

Calogero La Vecchia