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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giurato e ha parlato al Parlamento, soffermandosi a lungo sul concetto di “dignità”. Cosa ha detto nel suo discorso.

Il discorso di Mattarella per il giuramento

Sergio Mattarella ha giurato nella giornata di giovedì 3 febbraio, quattro giorni dopo la sua rielezione. Ha tenuto anche il suo discorso al Parlamento in seduta comune. Ha esordito dicendo che «Il Parlamento e i rappresentanti delle regioni hanno preso la loro decisione, ed è per me una nuova chiamata inattesa alla responsabilità, a cui tuttavia non posso e non ho voluto sottrarmi».

Ha ringraziato i parlamentari «per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica» e ha annunciato che «la lettera e lo spirito della nostra carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione».

Il discorso di Mattarella ha evidenziato che le attese dei cittadini più «insofferenti» alla politica «sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi da uno stato di forte incertezza», aggiungendo che gli ultimi giorni sono stati «travagliati per tutti, anche per me».

Il presidente della Repubblica ha affrontato molti argomenti e temi di attualità: dalla pandemia e l’importanza della campagna vaccinale, ai fondi del PNRR, fino al ruolo dell’Italia nell’Unione Europea.

«Da molti decenni i paesi europei possono godere del dividendo di pace» ha detto. «Non possiamo accettare che ora, senza neppure la giustificazione della competizione tra sistemi economici e politici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale».

Gli applausi per il discorso del Presidente Mattarella

Il Corriere della Sera ha contato 55 applausi del Parlamento durante il discorso di Mattarella. Più volte il presidente è stato interrotto, per fare delle standing ovation, soprattutto nella seconda parte del suo messaggio. You Trend, analizzando le 3 parole più usate, ha ritrovato Dignità (18 volte), Italia (14) e Paese (11). Nel discorso del 2015 le 3 parole più usate furono Costituzione (9), Paese (8) e Comunità (7).

Mattarella ha poi parlato della necessità della riforma della giustizia, che «per troppo tempo è divenuta un tema di scontro, che ha fatto perdere di vista le esigenze della collettività».

«L’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della magistratura devono corrispondere alle pressanti richieste di efficienza e credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento».

Ha continuato sottolineando che «è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani, e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri», parlando anche di giovani in «periferie esistenziali» e costretti in lavori «precari e malfamati». «Le disuguaglianze non sono il prezzo da pagare per la crescita, sono piuttosto il freno per una prospettiva reale di crescita».

Il valore della Dignità

L’ultima parte del discorso di Mattarella è riservata al concetto di dignità. «La dignità è azzerare le morti sul lavoro» ha detto ricordando il caso di Lorenzo Parelli, il 18enne morto a Udine durante uno stage in una fabbrica.

«Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza fisica o verbale, ma alla coscienza di tutti noi».

Quindi ha aggiunto: «Dignità è impedire la violenza sulle donne» e «non essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità» ha detto; «dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti», «un paese non distratto dinnanzi ai problemi che le persone con disabilità devono affrontare».

«È anzitutto la nostra dignità che ci obbliga a combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani», ha continuato il Capo dello Stato. «dignità è il rispetto degli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine», «contrastare la povertà», «un paese libero dalle mafie» e «assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente».

«La dignità dunque come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile» ha detto Mattarella ricordando l’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, morto alcune settimane fa. «La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le democratiche istituzioni ai livelli più alti, è entrata nell’animo dei nostri concittadini. “Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in pubblico. Dopo avere appena detto: “La speranza siamo noi”».

«Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica», è stata la conclusione del discorso di Mattarella. Una conclusione consapevole del presente, che guarda al futuro, ma non dimentica il passato. Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica.

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