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La squadra del Palermo, insieme allo staff e al presidente Dario Mirri, ha deciso di dedicare parte del proprio pomeriggio alla celebre “Acchianata” al Santuario di Santa Rosalia, su Monte Pellegrino. Un momento importante di condivisione, pochi giorni prima del debutto agli spareggi per la promozione.

L’Acchianata del Palermo a Monte Pellegrino

L’appuntamento per i Playoff è proprio dietro l’angolo e, per sentirsi più vicini e diventare ancora di più parte della città, il team Rosanero ha scelto di compiere un’impresa che i palermitani conoscono bene.

L’Acchianata al Santuario di Santa Rosalia, Santuzza e Patrona di Palermo, è un momento dal forte valore simbolico. La squadra si è ritrovata al primo belvedere di Monte Pellegrino nel pomeriggio, alle ore 18,15. Hanno, dunque, iniziato il cammino verso la vetta.

Presenti il presidente Dario Mirri, l’amministratore delegato, Rinaldo Sagramola, il direttore sportivo, Renzo Castagnini, e tutto lo staff di Silvio Baldini, che ha fortemente voluto questo momento comunitario.

Una volta giunti al Santuario di Santa Rosalia, hanno reso omaggio alla patrona di Palermo, ricevendo anche la benedizione di Don Marco. Il religioso ha ricordato: «Ricordo il Palermo in Serie A, la squadra veniva spesso. Spero si ritorni a questi fasti».

Presenti anche gli ultras della Curva Nord che, da bravi supporter, hanno caricato i giocatori in vista dei Playoff. Monte Pellegrino e il suo Santuario sono un luogo iconico di Palermo. Un punto panoramico e suggestivo, da cui guardare la città e in cui trovare momenti di raccoglimento e profonda riflessione.

Il Santuario, “incastonato” nella roccia, accoglie al suo interno una celebre statua di Santa Rosalia. Per i palermitani, l’Acchianata, cioè il percorso a piedi verso la vetta, è una vera tradizione, soprattutto nei due momenti dell’anno dedicati alla Santuzza (a luglio e settembre). Il team Rosanero ha voluto fare sua questa tradizione, diventando così ancora più vicino alla città che rappresenta sul campo da gioco.

«A volte il peso della maglia non lo senti soltanto giocando sul campo, ma anche attraverso i simboli più profondi dell’identità della città che rappresenti. La prima “Acchianata” alla Santuzza non si scorda mai», hanno scritto sui social.

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