Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Ribera, cosa vedere nella città delle arance, in provincia di Agrigento. È la prima citta siciliana ad essere entrata a far parte della rete internazionale delle Città del Buon Vivere ed è diventata nel 2011 “Città Slow”.

Ribera

Questa celebre località siciliana deve il suo nome a Maria Afan de Ribera, sposa di Luigi Guglielmo Moncada, fondatore della città alla fine del XVI secolo. La parola spagnola “ribera” si può tradurre come “bacino di un fiume” o “riviera”.

Nell’epoca dei primi insediamenti, dunque, questa denominazione fece pensare alla posizione topografica del Comune, sebbene il centro abitato fosse distante dai fiumi Verdura e Magazzolo. Successivamente, quando Luigi Guglielmo I Moncada prese in sposa Maria Afan, fu chiaro a tutti che la scelta di quel nome fu dettata dai sentimenti.

Tutti la conoscono come patria delle arance, ma nel 1818 ha anche dato i natali a Francesco Crispi.  Il suo territorio è posizionato su una vasta pianura, che dista circa 7 chilometri dal mare. L’altipiano, con leggere pendenze verso sud, si estende fino al mare e i terrazzi di origine marina sono intervallati dalle incisioni vallive, in cui scorrono i fiumi Magazzolo e Verdura, nonché i loro affluenti secondari.

Un po’ di storia

La posizione geografica, il clima favorevole e la presenza costante di acqua a Ribera, l’hanno resa molto fertile. Già nel Medioevo, alcuni abitanti dell’antica Caltabellotta vi si recavano per coltivarne le terre, con produzioni variegate. In realtà la cittadina è relativamente giovane, perché le origini risalgono alla fine del XVI secolo.

In quel periodo, caratterizzato da un clima di tranquillità in seguito alla fine delle incursioni dei Turchi in Sicilia, molti contadini decisero di abbandonare le rocche fortificate. Si trasferirono verso zone con terreni più fertili. Il Principe di Paternò Luigi Guglielmo I Moncada, possessore di vasti feudi, pensò nel 1635 di risparmiare ai contadini la fatica di spostarsi da Caltabellotta ai campi, fondando un centro in cui cui questi si sarebbero trasferiti, restando alle sue dipendenze.

Il luogo prescelto fu la Piana di Stampaci (o Piano di San Nicola): nacque così Ribera, con strade larghe e ben allineate, sulla base di criteri urbanistici d’avanguardia. Tra il 1640 e il 1650 la popolazione crebbe di più del doppio e sorse la prima Chiesa, intitolata a San Nicola (poi a Sant’Antonino).

Nel 1673 al fondatore succedette Ferdinando Moncada Aragona, Principe di Paternò, di Montalto e di Bivona che sposò Maria Teresa Faxardo Toledo e Portugal, dal quale ebbe una figlia, chiamata Caterina. Caterina Moncada sposò Giuseppe Federico Alvarez de Toledo, duca di Ferrandina e marchese di Villafranca, al quale il feudo di Ribera andò in dote nel 1713.

Il feudo passò al loro primogenito fino al 1754, quando venne trasmesso all’erede universale unico della casata: Antonio Alvarez de Toledo, Duca di Bivona. A lui si devono  l’indipendenza da Caltabellotta e l’assegnazione di un territorio che includeva tutti i feudi compresi tra i fiumi Verdura e Magazzolo e tra Calamonaci ed il mare.

Cosa vedere a Ribera

Casa natale di Francesco Crispi
Ribera è stata anche definita “Crispina” per aver dato i natali a Francesco Crispi, il 4 ottobre 1818. La sua casa natale è ancora oggi esistente, posta all’angolo tra la via omonima e il Corso Umberto, con una notevole mole e struttura, che interpretano bene l’ottocentesca solidità borghese. Crispi vi trascorse solo i primi anni della sua infanzia, poi fu mandato a Villafranca e a Palermo per ricevere un’istruzione.

Castello di Poggio Diana
La fortificazione risale all’epoca normanna, fu poi usata dai Saraceni, che la chiamarono “Misilcassino“, cioè “luogo di discesa a cavallo”. Il nome attuale è legato alla nobildonna Diana Moncada. Oggi ne restano solo parte delle mura perimetrali e due torri, una quadrangolare e una cilindrica. Il sistema difensivo si componeva in origine non solo delle mura esterne, ma anche di una serie di fabbricati interni e di una cerchia di mura interne.

Chiesa Madre
L’originaria Chiesa Madre, inaugurata nel 1667 e dedicata al Patrono San Nicola da Bari, fu consacrata al culto della Vergine del SS. Rosario nel 1673. Nel 1751 iniziarono i lavori per la realizzazione del nuovo edificio, più grande, a croce latina e in stile rococò, che venne inaugurato nel 1760, sebbene non ancora completato nelle rifiniture. La grande chiesa si arricchì nel tempo dell’altare di San Giuseppe, in legno intarsiato d’oro, e del simulacro del Santo.

Archeologia e natura

Area naturalistica di Monte Sara
L’area attrezzata Monte Sara si trova in un bosco con eucalipti, pini mediterranei, cipressi e vari tipi di altri alberi. Particolare attenzione merita la presenza della palma nana. Perfetta per chi vuole trascorrere qualche ora di relax e divertimento. Vi si trovano panche e tavoli in pietra locale, nonché alcuni servizi. Il percorso si adatta ad escursioni in mountain bike con una salita di circa 4 km con una pendenza media del 6%.

Necropoli Anguilla
Rinvenuta nel 1982 in contrada Magone-Anguilla-Casino, è a circa due chilometri a sud del centro abitato di Ribera. Le sepolture si collocano tra la media età del Bronzo e gli inizi della tarda età del Bronzo (XIII secolo a. C.).

Riserva Naturale della Foce del Fiume Platani
La Riserva comprende la foce del fiume e una parte di Borgo Bonsignore. Si caratterizza per dune basse, specie arbustive spontanee e vegetazione mediterranea coni eucalipti, acacie e pini. Si estende per oltre 200 ettari ed è stata istituita nel 1984, per tutelare il particolare ecosistema costiero e le numerose specie di uccelli. Vi si può annoverare anche la presenza della tartaruga caretta caretta. Il paesaggio è completato dalla celebre falesia di Capo Bianco, alla sommità della quale si trova l’acropoli di Eraclea Minoa.

Borgo Bonsignore
Chiamato “Santu Petru” in siciliano, deve il suo nome ad Antonio Bonsignore, capitano dei carabinieri caduto in combattimento nel 1936 durante le guerre coloniali italiane in Africa. Fu inaugurato nel dicembre 1940 dall’Ente Nazionale per la colonizzazione del latifondo. Si trova sul piano dell’ex feudo Santo Pietro Sottano ad appena 13 km di distanza da Ribera. La zona è celebre per le numerose spiagge come Lido Fungitella, Pietre Cadute e l’area della Riserva Naturale Orientata della Foce del fiume Platani.

Spiagge

Spiaggia di Seccagrande
È la spiaggia più rinomata di Ribera. Si trova a circa 10 km dal centro città. Costituita da una lunga striscia di ghiaia, si estende da una parte sino alla foce del fiume Magazzolo mentre dall’altra forma un arco sporgente nel mare che termina con una grande secca.

Spiaggia di Piana Grande
È un lungo arenile ghiaioso che si apre davanti ad un bellissimo mare azzurro. Offre splendidi paesaggi caratterizzati dalla tipica vegetazione mediterranea che giunge sino alla foce del fiume Verdura.

Prodotti tipici di Ribera

Arancia di Ribera
L’arancia di Ribera, dal gusto gradevolissimo, è a polpa bionda e senza semi, ottima quindi per le insalate di arance, i dolci e i dessert. Nel 1994 è nato il Consorzio di Tutela, per salvaguardare e dare impulso alla commercializzazione del prodotto, ma anche per valorizzare il marchio Riberella. L’introduzione degli agrumi in Sicilia viene attribuita alla dominazione araba ed i primi agrumeti risalgono al X secolo. Nella cosiddetta “Valle degli Esperidi” si producono alcune tra le migliori arance bionde del territorio. La produzione inizia nella prima decade di novembre con la varietà Navelina e prosegue, da dicembre fino a fine maggio, con le varietà Brasiliano e Washington Navel.

Fragolina
Il comune di Ribera è diventato famoso per le sue fragoline, coltivate ai piedi di limoni, aranci e peschi. Grazie alla loro altezza, questi alberi garantiscono alle fragoline una maggiore protezione dal caldo intenso. La fragolina di Ribera è aromatica e molto profumata, dai frutti globosi, piccoli e di colore rosso intenso.

Olio d’Oliva Val di Mazara DOP
L’Olio Sicano è un extravergine di oliva ottenuto principalmente da tre varietà: Biancolilla, Nocellara del Belìce e Cerasuola. Ha un colore giallo oro con sfumature verde intenso, odore fruttato a volte anche di cedro, pomodoro verde e mandorle e un sapore vellutato con retrogusto dolce. L’elevata qualità ha ottenuto D.O.P. Val di Mazara nell’anno 2001. Foto: Sandro Rizzuti.

Articoli correlati