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La figura di Antonia Minore è rimasta a lungo nell’ombra, eppure ha avuto un ruolo molto importante nella vita politica di Roma. Un ottimo modo per iniziare a conoscerla meglio, è ammirare il suo ritratto (reale e virtuale), esposto al Palazzo Reale di Palermo.

Antonia Minore al Palazzo Reale di Palermo

Il ritratto marmoreo di Antonia Minore, risalente al I secolo d.C., è la nuova opera accolta nello spazio Meta del Palazzo Reale di Palermo, lo spazio permanente di arte e innovazione tecnologica. Un luogo in cui le opere diventano “immuni al tempo”, commenta la direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.

Proprio qui, da due mesi, si sperimenta l’innovazione applicata ai beni culturali. I visitatori entrano prima nella “infinity room”, quindi possono assistere al processo di smaterializzazione materializzazione dei capolavori artistici e scoprire come avviene la creazione dell’identità dell’opera.

L’obiettivo – hanno aggiunto il presidente della Fondazione e presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore ai Beni culturali, Elvira Amata – è quello di rendere le opere d’arte fruibili a tutti e soprattutto ai giovani. Questa esperienza di andare oltre il reale per tuffarsi nel virtuale è già stata proposta per il ritratto marmoreo di Ottaviano Augusto, per il “Giovinetto di Mozia” e il Satiro danzante.

Adesso si ripete con Antonia Minore, protagonista, ha sottolineato Monterosso, di una importante fase di cambiamento nella storia romana: “Alla sua figura si deve probabilmente l’emergere di una nuova tipologia di matrona rispetto al ruolo assegnato dalla tradizione storiografica alla donna in età romana”. Il suo ritratto marmoreo è stato ritrovato a Pantelleria con altre due “teste imperiali”, cioè quelle di Cesare e Tito, nell’acropoli romana di Cossyra.

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