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Sono tre i capoluoghi siciliani che hanno ottenuto un posto entro i primi 25 nella top 100 dei comuni italiani in ambito turistico. A dirlo è un nuovo report, realizzato da Sociometrica. Conosciamo meglio i dettagli e chi si è piazzato tra i migliori del nostro Paese.

Sicilia nella Top 100 dei comuni turistici

Sono Palermo, Catania e Siracusa, rispettivamente al tredicesimo, ventiquattrestimo e venticinquesimo posto, i tre capoluoghi della Sicilia che hanno conquistato posizioni nella parte alta della classifica dei top 100 comuni turistici per valore aggiunto.

Continuando a scorrere nell’elenco, troviamo in 40esima posizione per Taormina, 54esima per Cefalù, e posizione 99 e 100, rispettivamente, per Giardini Naxos e Ragusa.

Il posizionamento nella parte finale della classifica, tuttavia, non va letto in modo negativo: bisogna considerare, infatti, che a monte sono stati presi in esame i dati di ben 3.390 comuni italiani.

Lo studio ha dunque considerato i dati relativi a 3.390 comuni, quelli cioè che l’Istat segnala come “turistici” (che hanno almeno una struttura ricettiva di qualunque tipo). In Italia i comuni turistici sono il 41,9% del totale. Da qui, si è concentrata l’attenzione sui dati dei primi 500 comuni più rappresentativi che, nel complesso, rappresentano l’83% del valore aggiunto turistico nazionale.

Questi 500 rappresentano la grande maggioranza del movimento turistico. Per ognuno, si è calcolato il valore aggiunto, attraverso una serie di variabili, come arrivi e presenze turistiche, popolazione e tipologia turistica, oltre a informazioni di carattere economico.

Lavorando con i dati comunali, si è creato un ranking dei comuni turistici, cioè una classifica è calcolata sulla base della performance turistica delle località nel corso del 2019, del 2020 e del 2021.

Gli analisti hanno poi fatto una stima per l’anno 2022, tenendo in considerazione i dati Istat da gennaio ad agosto incluso e su loro stime per i rimanenti quattro mesi. Le stime dei quattro mesi finali sono stare realizzate considerando lo scarso mese per mese del 2022 rispetto al 2019 (anno più rappresentativo, rispetto a quelli segnati dalla pandemia).

Foto di Dariolp83 – Own work, CC BY-SA 4.0.

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