Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Chi era Stefano Bontate: biografia. Dove è nato, cosa ha fatto, legami con Cosa Nostra. Come è morto, l’omicidio, chi sono i responsabili. Perché era noto come “Il Falco” e come mai amava farsi chiamare il “Principe di Villagrazia”. Cosa ha fatto nella sua vita, quanti anni aveva quando è morto.

Stefano Bontate

Stefano Bontate nasce a Palermo, il 23 aprile del 1939. Il padre è Francesco Paolo Bontate, a capo della cosca di Santa Maria di Gesù e noto come “don Paolino Bontà“. Dopo gli studi liceali, entra insieme al fratello Giovanni nella cosca del padre, di cui diviene vicecapo. Quando ha solo 25 anni, nel 1964, prende le redini a causa delle gravi condizioni di salute del genitore.

È noto come Il Falco (per la freddezza e l’arguzia) e come Principe di Villagrazia (sebbene non avesse titoli nobiliari). Inizia a operare nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli e viene coinvolto in alcune attività edilizie a Palermo.

Si sposa con Margherita Teresi e instaura rapporti con personalità cittadine influenti. Bontate frequenta i salotti borghesi più ambiti e alterna al lavoro diversi viaggi di piacere. Viene anche iniziato a una loggia massonica, della quale diventa uno dei maggiori esponenti. Crea una rete di prestanome e società di comodo e ha intensi rapporti con il mondo finanziario, non solo siciliano.

Nel 1969 Stefano Bontate è uno degli organizzatori della Strage di viale Lazio: sceglie due dei suoi uomini per il commando di killer che uccide Michele Cavataio. Partecipa, nel 1970, a un incontro a Milano con altri boss e costituisce un “triumvirato” con Gaetano Badalamenti e Luciano Liggio.

I Carabinieri e la Questura di Palermo denunciano Bontate nel 1971, per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti, con altre 113 persone: lo arrestano e rimane per un breve periodo nel carcere dell’Ucciardone con Badalamenti. Dopo la scarcerazione, scatta per lui il soggiorno obbligato a Qualiano.

Arriviamo così alla metà degli anni Settanta: Bontate continua a gestire diversi traffici illeciti, non solo in Italia, e instaura rapporti con Salvatore Inzerillo. Nel 1975, però, Totò Riina fa sequestrare e uccidere Luigi Corleo, suocero di Nino Salvo, per dare un duro colpo al prestigio di Bontate e Badalamenti (legati ai Salvo).

Omicidio di Stefano Bontate

Tre anni dopo, nel 1978 i corleonesi eliminano Giuseppe Di Cristina e Giuseppe Calderone, mentre nel 1981 viene ucciso Giuseppe Panno. Bontate reagisce con un complotto contro Riina, rivelato però da Michele Greco.

Così si decide di fare uccidere Stefano Bontate. Il 23 aprile del 1982, mentre di sta recando nella sua casa di campagna in auto, una moto con due uomini a bordo lo affianca e lo freddano a colpi di lupara e kalashnikov, mentre è fermo ad un semaforo, in via Aloi a Palermo. Ha 42 anni.

Nella tasca dei suoi pantaloni, gli agenti trovano 5 milioni di lire in banconote. La presenza della carta d’identità non lascia alcun dubbio. Da questo omicidio scaturisce la seconda guerra di mafia. L’uccisione ha richiesto settimane di accurata preparazione. La bara di Stefano Bontate è esposta nella villa di famiglia, quindi seguono i funerali nella chiesa della Guadagna.

È sepolto nel cimitero di Santa Maria di Gesù, a Palermo. Sul momento, la stampa non dà troppo risalto alla notizia, ma il nome di Bontate (erroneamente chiamato anche Bontade) riemerge durante il maxiprocesso. Nel 1987 la sentenza di primo grado condanna Totò Riina, Bernardo Provenzano e Michele Greco all’ergastolo per l’omicidio.

Articoli correlati