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Fiammetta Borsellino, chi è la figlia del giudice Paolo Borsellino. Biografia: quando è nata, quanti anni ha, chi sono i suoi fratelli. Il rapporto con il padre, quanti anni aveva quando c’è stata la Strage di via D’Amelio. Cosa fa oggi, le interviste.

Fiammetta Borsellino

Fiammetta Borsellino nasce nel 1973, quindi nel 2023 compie 50 anni. È figlia del giudice Paolo Borsellino e di Agnese Piraino Leto. Ha un fratello e una sorella, entrambi maggiori: Manfredi Borsellino, nato nel 1971 e diventato commissario di Polizia, e Lucia Borsellino, nata nel 1969. È nipote di Angelo Piraino Leto, ex magistrato e presidente del Tribunale di Palermo.

Si laurea in Giurisprudenza e lavora per 17 anni come dirigente nella Pubblica Amministrazione al Comune di Palermo, decidendo poi di dedicarsi ad altro.

Il ricordo del padre Paolo Borsellino

Sono passati 30 anni dalla Strage di via D’Amelio: quando il padre Paolo Borsellino muore insieme agli agenti della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), lei ha 19 anni.

Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori. Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese”, racconta Fiammetta in un’intervista.

Insieme ai fratelli Manfredi e Lucia Borsellino, non ha mai smesso di cercare la verità su quei tragici avvenimenti del 1992, sottolineando in diverse occasioni quanto ci sia ancora molto su cui fare luce: “Ci sono uomini che lavorano per allontanare la verità sulla strage di via D’Amelio. Oggi questa verità è negata non solo alla mia famiglia ma tutto il popolo italiano, il primo a essere stato offeso”. Queste le sue parole, nel luglio del 2022.

A casa mia – aggiunge Fiammetta Borsellino – da quando è morto mio padre, è entrato chiunque. Ma se all’inizio questa presenza continua era giustificata come forma di attenzione, alla luce di tradimenti e depistaggi, ci ha fatto capire che c’era una forma di controllo, una necessità di una sorta di stordimento. Davanti a una finta attenzione non c’è stato un giusto percorso di verità per noi l’unico modo di fare memoria era attivare un giusto percorro di verità. Invece abbiamo avuto solo tradimenti verità distorte”.

Fiammetta Borsellino a Palermo

Sebbene proprio a Palermo il padre Paolo Borsellino abbia trovato la morte, Fiammetta Borsellino non ha mai pensato di lasciare la città, come i suoi fratelli: “Non è Palermo che l’ha ucciso. Io non ho mai pensato di lasciare questa città come peraltro non fece mai neanche mio padre in quegli anni. Nutro una passione viscerale anche se piena di conflitti nei confronti di questa città”, racconta.

“Certo”, aggiunge, “Palermo è una città dalla quale sento il periodico bisogno di allontanarmi, sento ogni tanto questa cappa di oppressione, ma mi basta qualche giorno in campagna, i miei viaggi, ma non ho mai pensato di andare a vivere altrove. (…) Ho messo le radici qui, nel centro storico di Palermo che amo follemente, con i miei bambini con cui lavoro da anni e che riuscivo persino a portare a casa quando ancora c’era papà. Glieli facevo trovare lì e riempivo la casa. E a lui piaceva tanto “, conclude.

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