Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Igor Scalisi Palminteri è un artista palermitano che attraverso la Street Art fa rivivere le mura di palazzi del capoluogo siciliano raccontando storie, lanciando messaggi di denuncia sociale o dando voce a chi purtroppo non l’ha avuta per molto tempo. La bellezza della sua arte è quella di essere presente nel tessuto urbano e di non essere eterna perché sensibile agli agenti atmosferici.

Igor Scalisi Palminteri: l’intervista

A Talk Sicilia, l’artista palermitano si è raccontato senza filtri. “Sono nato e cresciuto in un quartiere popolare, tra via Cappuccini la Zisa. Conosco i frati cappuccini da piccolissimo e a vent’anni entrò in convento, dove sono rimasto per sette anni. Sin da piccolo avvertivo la vocazione alla pittura, al disegno. Prima di entrare in convento ho frequentato il liceo artistico e lì ho cominciato a dipingere. Ho conosciuto un maestro che dipingeva le icone, ho cominciato a dipingere e pregare con lui”.

Igor Scalisi Palminteri, gli esordi

Ho cominciato a dipingere santi, chiaramente alla mia maniera. I miei primi santi furono di ragazzi e ragazze dell’Accademia che prima fotografava e poi dipingevo nudi, perché pensavo che la santità avesse come base questo principio, la purezza di un corpo nudo che non aveva bisogno di orpelli. Apprezzo molto il nostro corpo, è la nostra verità. In fondo il nostro corpo ci crea tanti problemi psicologici. Però se si ritorni al corpo e si comincia ad accettare l’involucro in cui siamo stati messi, probabilmente si cominci anche ad avere una percezione diversa delle cose che ci stanno attorno”.

Ha sempre pensato che i santi fossero nudi. Per questo motivo ha deciso di raffigurarli in questo modo. “Come San Francesco che ho ritratto nudo di spalle, con dei buchi nelle mani perché ebbe le stimmate. Giovanna d’Arco l’ho ritratta nuda con un estintore, quasi a voler spegnere il rogo che avvolse il suo corpo”.

Palminteri con la sua Street Art lancia messaggi di profonda denuncia sociale. “Non ho mai smesso di lavorare nelle periferie della mia città. Sono stato uno dei fondatori di un’associazione che lavora alla Zisa, che si chiama Centro Tau e lavoravo con i minori a rischio di esclusione sociale e con loro ho cominciato a dipingere i muri, i primi muri più bassi”.

Il murales che ritrae Biagio Conte

L’ultimo murales realizzato dall’artista palermitano è un ritratto del Missionario laico Biagio Conte. Adesso la sua opera si concentra nel Quartiere Sperone. Lì sono già stati realizzati sette murales. Per l’ottava manca poco. Il 9 marzo, ai Candelai di Palermo è prevista una serata di raccolta fondi per racimolare le risorse necessaria a questa ennesimo intervento “murale”.

Articoli correlati