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Chi era Ignazio Salvo: biografia. Dove è nato, quando è stato ucciso, quanti anni aveva quando è stato ucciso. Cosa ha fatto, il legame con il cugino Nino Salvo.

Ignazio Salvo

Ignazio Salvo è nato a Salemi, in provincia di Trapani, il 27 maggio del 1931. È stato un imprenditore ed esponente politico. Secondo quanto emerso dalle indagini della magistratura, era legato alla cosca mafiosa di Salemi, come vicecapo della Famiglia. Oggi si parla congiuntamente della vita di Ignazio e di quella del cugino Antonino “Nino”: entrambi si ricordano come i “cugini Salvo“. Negli anni Sessanta hanno ottenuto l’appalto per la riscossione delle tasse a Palermo e, negli anni successivi, hanno fondato diverse aziende.

Sempre secondo quanto emerso dalle indagini, nel 1975 il sequestro e l’omicidio di Luigi Corleo sarebbe stato attuato per dare un duro colpo al prestigio dei cugini Salvo. Dopo l’inizio della seconda guerra di mafia, Nino e Ignazio Salvo sarebbero passati dalla parte dei Corleonesi, che faceva capo a Totò Riina.

Nel novembre del 1984 il giudice Giovanni Falcone chiese ed ottenne l’arresto dei cugini Salvo, con l’accusa di associazione di tipo mafioso, sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta. Nel corso del maxiprocesso, Ignazio Salvo fu condannato a sette anni di carcere per associazione mafiosa in primo grado, ma in appello la condanna venne ridotta a tre anni.

Omicidio

L’omicidio di Ignazio Salvo avvenne il 17 settembre del 1992. Aveva 61 anni. Stava entrando dal cancello della sua abitazione, quando venne sorpreso da un gruppo di killer. Secondo i collaboratori di giustizia, a ordinarne la morte sarebbe stato Totò Riina.

Nel 2004, nella chiesa Regina Pacis di Palermo era stata affissa una targa che recitava: “Dono di fede e d’amore, in perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo”.

Secondo quanto spiegato dal prete di allora, don Aldo Nuvola, “La vedova di Ignazio Salvo, Giuseppa Puma, è molto attiva in parrocchia e ha fatto tante donazioni alla chiesa. Quando arrivai non sapevo che fosse la moglie dell’ex-esattore. Solo dopo mi fecero notare le vicissitudini dell’uomo. La famiglia – continua il prelato – sostiene che è stato vittima di una persecuzione giudiziaria. Cosa possiamo dire noi? La nostra posizione deve essere sempre equanime e comunque che fastidio può dare quella targhetta, ormai Ignazio Salvo è morto. Comunque, se qualcuno ha espresso disagio, discutiamo insieme su cosa fare”.

Nel 2009 il nuovo parroco, Giovanni Basile, decise di togliere la targa e sostituirla con un crocifisso, spostandola sul retro del confessionale. In merito a quella vicenda, un articolo de La Repubblica dell’1 dicembre del 2009 riporta:

“L’anno scorso era nato un caso dopo che Repubblica raccontò di quella targa dove è scritto in bella evidenza: ”In perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo. Ad maiorem Dei gloriam”. Chissà se il 17 settembre 1992, mentre i killer di Totò Riina gli sparavano, anche lui, uno degli uomini più potenti di Sicilia, ha invocato Dio. Per la giustizia italiana, comunque, Ignazio Salvo resta un condannato per mafia. E assieme al cugino Nino è il simbolo di una drammatica stagione. Per questo alcuni parrocchiani di Regina Pacis non avevano mai gradito quella presenza ingombrante”.

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