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Cesare Manzella, chi era il mafioso siciliano, zio di Peppino Impastato (l’attivista antimafia ucciso nel 1978). Biografia: dove è nato, cosa ha fatto, chi l’ha ucciso, perché e come. Di cosa si occupava, cosa disse Peppino quando morì lo zio.

Cesare Manzella

Cesare Manzella è nato a Cinisi (in provincia di Palermo), il 18 dicembre del 1897. Secondo quanto emerso da indagini e approfondimenti, è stato uno dei capomafia nella Cinisi del dopoguerra. Dopo un periodo di permanenza negli Stati Uniti, dove ha trascorso diversi anni, organizzando una catena di case da gioco a Chicago, tornò in Sicilia (era stato espulso dalle autorità statunitensi nel 1947).

A Cinisi, Manzella era proprietario di una vasta piantagione di cedri. I locali Carabinieri lo hanno descritto come “violento e prepotente, un individuo astuto che ha ottime capacità organizzative che gli permettono di godere di un certo potere sulle fazioni criminali e mafiose locali”. Esercita la sua influenza non solo a Cinisi, ma anche nelle vicine comunità di Carini, Torretta, Terrasini, Partinico, Borgetto e Camporeale.

È stato membro della prima “commissione mafiosa siciliana”, creata nel 1958. A quanto pare, avrebbe amato mostrarsi come un benefattore: si faceva vedere per le stradine di Cinisi, indossando un ampio cappello di foggia americana, e regalava caramelle agli orfani e ai mendicanti di strada. Avrebbe anche dedicato parte dei suoi profitti illeciti per la costruzione di un orfanotrofio.

Le attività

Manzella sarebbe stato coinvolto nel contrabbando di sigarette e anche nel traffico di eroina. Sarebbe stato protagonista della prima guerra di mafia, scoppiata a causa del sabotaggio di un grosso carico di eroina finanziato proprio da lui, da Salvatore Greco della cosca di Ciaculli (a Palermo) e da Angelo La Barbera della cosca di Palermo.

Il sospetto cadde su Calcedonio Di Pisa, il quale aveva procurato il carico di eroina per Manzella dal suo trafficante corso Pascal Molinelli, ed aveva poi organizzato le operazioni di trasporto verso i partner di Manzella a New York. Il caso arrivò davanti alla commissione mafiosa, ma a quel punto sorsero disaccordi su come gestirlo.

Le divergenze sfociarono in uno scontro sanguinoso, conosciuto appunto come prima guerra di mafia, tra la cosca dei Greco, guidata da Salvatore Greco, e il clan La Barbera. Il primo episodio della guerra fu l’uccisione di Di Pisa, assassinato il 26 dicembre 1962.

Come è morto Cesare Manzella

Cesare Manzella scelse di schierarsi a fianco dei Greco e divenne l’obiettivo principale della cosca rivale. Morì a Cinisi, il 26 aprile 1963. Non appena mise in moto la sua auto, rimase ucciso nell’esplosione di una bomba collegata all’impianto di accensione. A lui succedette il suo vice Gaetano Badalamenti come nuovo boss della famiglia della cittadina del palermitano.

Come è noto, Manzella era zio di Peppino Impastato, l’attivista antimafia ucciso il 9 maggio del 1978. L’attività di Impastato contro la mafia sembra essere stata ispirata proprio dal brutale omicidio di Manzella. L’uccisione avvenne quando il giovane Peppino aveva solo 15 anni. Fu un evento che lo traumatizzò fortemente, per la brutale esecuzione avvenuta all’interno della sua famiglia.

In un’intervista a girodivite.it, Giovanni Impastato ha citato i ricordi più personali e indelebili che ha del fratello: “Due immagini. Quella quando era seduto a Radio Aut e si divertiva e faceva divertire, portando avanti il suo impegno, un Peppino scanzonato, lontano dall’impegno di militante severo… L’altra immagine quando uccisero lo zio Cesare Manzella, il capo della cupola mafiosa, Peppino molto traumatizzato. Ricordo quando eravamo davanti al luogo dell’attentato, davanti alla devastazione, e Peppino disse: ”Ma questa è veramente mafia? Se questa è mafia io per tutta la vita mi batterò contro queste cose…””.

Credit foto: Unknown author – CentroImpastato.it, Dominio Pubblico.

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