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01Fonte: Agromobile – La mappa del gusto

A spasso tra gli antichissimi borghi della Sicilia Orientale, gustando i vini rossi prodotti nel messinese in splendidi vigneti arrampicati sulle colline che guardano il mare e lo Stretto di Messina, baciati dal sole e accarezzati dall'incrocio particolare di venti. Il percorso parte dalla città di Messina da cui vi recherete nell'antico borgo di Castenea che in passato fu uno dei più importanti casali di Messina. Da qui vi sposterete verso le 'Masse', quattro piccoli villaggi risalenti all'XI sec. Lungo il percorso godrete di panorami mozzafiato sullo Stretto di Messina e sulle coste tirrenica e ionica, in cui la natura si mostrerà in tutta la sua bellezza. 

 

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La Sicilia orientale si propone naturalmente come una delle migliori culle per la produzione di ottimi vini rossi dal sapore forte e dal carattere deciso. 
Il territorio messinese è ricco di piccoli vigneti arrampicati sulle colline delle due coste della città: ionica e tirrenica. L'uva qui coltivata gode delle condizioni climatiche dovute alla posizione della città, in cui il particolare incrocio di venti e correnti – che in antichità ha dato vita a numerose leggende – forgia le coltivazioni.

Su una collina che domina il mare di Rodia, frazione di Messina, accompagnata dallo splendido scenario delle isole Eolie, si trovano i vigneti dell'Azienda agricola Soprano di Sindaro che sapientemente produce due rossi: il 'Cinquerossi' e il 13 Faro DOC.

La storia di Soprano di Sindaro ha inizio nel 2002, quando l'attuale tenuta era solo una vecchia dimora padronale ottocentesca, imponente e affacciata sullo scenario delle Isole Eolie. La passione per la terra ed il desiderio di far rinascere la tradizione del luogo sono i protagonisti di questa storia. Con grandi sacrifici e dedizione Antonella Bruschetta, dopo aver rilevato i quasi tre ettari di collina che racchiudevano i ruderi, ridà vita alla casa padronale, a quella dei coloni e all'annessa cantina. Con particolare attenzione e meticoloso lavoro viene rivalutato anche un piccolo vigneto posto alle spalle della casa, contornato da olivi secolari, che nell'insieme fanno da cornice all'intero dipinto: è così che nasce un sogno chiamato "Soprano di Sindaro", l'azienda agricola ubicata a Rodia, in contrada Policarella, a circa una ventina di km da Messina.

La forma originale di un'antica mantovana già presente sulla vecchia casa della tenuta quando fu rilevata, diventa il simbolo dell’azienda: restaurata e ricollocata, la mantovana campeggia ancora sulla grande terrazza proprio in direzione della Isole Eolie, baciata dal sole, a protezione della casa quasi a significare che il rispetto per la tradizione sia il Leitmotiv dell'intero terreno. Il sogno si trasforma davvero in realtà quando, dalle prime prove di vinificazione, nasce il Cinquerossi. Tutto rigorosamente a conduzione familiare, come solo le cose genuine possono essere. Una vita scandita dal tempo, dall'alternarsi delle stagioni, dalle attese di tempi migliori e dalla pazienza nel ricercare sempre i giusti equilibri.

Forse nel più piccolo vigneto a DOC di Messina, dopo anni di passione dedicata alla crescita razionale dei vitigni, nascono due vini: il "Cinquerossi" primogenito ed il "13" Faro DOC. Qui, grazie alla tradizionale lavorazione ed alla preziosa attenzione di un'amica enologa, la vendemmia si svolge ancora in famiglia, con pochi amici. Ma è solo la misteriosa unione dei grappoli migliori dei cinque vitigni, il Nero d'Avola, il San Giovese, il Nocera, il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio, coniugata al giusto tempo di maturazione ed invecchiamento, prima in acciaio poi in barriques, a dare corpo alla fatica e all’amore dimostrati, riuscendo nel magico intento di ricreare il piacere della Sicilia in un bicchiere.
 


La partenza dalla città di Messina è calcolata da un punto immaginario di partenza dal centro della città; dipendentemente dal modo in cui si arriva a Messina, si partirà dal Porto o dalla Stazione Ferroviaria.

 

 

 

 

 

 


Castanèa, frazione del comune di Messina, si trova sui colli San Rizzo a circa 400 metri di altitudine. Grazie alla sua posizione da qui è possibile godere di stupendi panorami sullo Stretto di Messina e sulle coste tirrenica e ionica.

In passato fu uno dei più importanti casali di Messina e conserva ancora una complessa struttura urbanistica, arricchita da notevoli edifici e opere d'arte databili dall'alto medioevo all'eclettismo del primo Novecento.

Sono pochissime le fonti storiche sul villaggio anche se si ritiene che la sua fondazione si possa ricondurre al periodo di nascita della vicina Messina Nel Medioevo, per l'importanza strategica del luogo, destò l'interesse dell'ordine militare dei Cavalieri di Malta e, in seguito, dei Cavalieri Gerosolimitani dei quali fu per secoli possedimento. Nel 1908 a causa del terremoto che colpì lo Stretto di Messina il borgo subì ingenti danni.

Da visitare:
La chiesa principale del borgo è la Chiesa di San Giovanni Battista. Costruita nel 1500, subì alcuni danni durante il terremoto del 1908. Rimasero illesi alcuni capitelli, il transetto, la zona absidiale con i dipinti nel catino, l’altare maggiore e gli altari del SS. Sacramento e di San Giovanni con la preziosa statua 1690. Le due cappelle laterali conservano l'aspetto originale. Fu ricostruita sui resti delle precedenti strutture, in stile romanico – eclettico e riaperta al culto nel 1933. Nella chiesa sono inoltre custoditi un quadro e una statua di S.Giovanni Battista. Il quadro secondo la leggenda sarebbe naufragato sulla costa tirrenica nel vicino borgo marinaro di Rodia, da dove sarebbe stato poi trasportato nella vicina Castanea.

A pochi chilometri dal centro di Castanea si trova la Chiesa della Madonna del Tonnaro, una graziosa chiesetta costruita su un terreno roccioso. Da qui si gode di un ampio panorama, in lontananza si scorge il Santuario di Tindari. Dalla piccola cappella di Santa Rosalia si ammira un belvedere naturale sul mar Tirreno e sulla cittadina di Milazzo, che nelle giornate particolarmente terse spazia fino al promontorio del Tindari e alle isole Eolie. Da visitare infine la parrocchia del Santissimo Rosario e varie ville antiche.
 

Curiosità – Il Presepe Vivente

Nel periodo natalizio Castanea accoglie numerosi visitatori che si recano al borgo per visitare il Presepe vivente realizzato all'interno di un parco di 4000 m², con scene reali della Betlhemme di 2000 anni fa. Non appena entrati si ha la sensazione che il tempo si sia fermato: artigiani intenti nel loro lavoro e danzanti odalische di Erode accompagnano lungo un percorso che culmina nella spendida rappresentazione della Sacra Famiglia. L’intera comunità di Castanea offre il suo contributo e partecipano oltre 350 comparse per realizzare un'accurata ricostruzione degli ambienti lavorativi, artigianali e sociali dell'antica città natale di Bethlemme. 

 

 

 

 

 

 


Le "Masse" di Messina sono un luogo di rilevante interesse storico per la città e le sue più prossime province.
Il nome delle quattro "Masse", San Giorgio, San Giovanni, Santa Lucia e San Nicola, deriva dalla trasformazione delle cosiddette "villae" di epoca tardoromana diffuse in Sicilia in "massae", cioè unità economico-sociali autonome, com propria produzione per il consumo interno e situate in posizione difensiva all'interno di strutture fortificate.

Massa San Nicola, la più piccola, chiamata "la Svizzera di Messina" per i verdi pascoli che la circondavano, fu particolarmente danneggiata dal terribile terremoto del 1908 che distrusse quasi interamente Messina e dintorni. Sulle rovine del Duomo originale, fu ricostruita nel 1930 una nuova struttura ispirata al Barocco Siciliano. Massa Santa Lucia vanta una struttura urbana sviluppata attorno alla Chiesa Madre, distrutta sempre dal terremoto del 1908 e ricostruita tra il 1931 e il 1933. Al suo interno, degna di nota è una statua policroma di Santa Lucia con gli attributi del martirio. 

Massa San Nicola, ubicata in fondo ad una vallata attraversata dal torrente dei corsari, è la zona più interessante da scoprire. Infatti, l'impianto urbano originale, risalente a prima del terremoto, è rimasto ben conservato a causa del totale abbandono da parte della popolazione subito dopo il sisma; non presente quindi le stesse ricostruzioni che hanno stravolto l'assetto urbano delle zone limitrofe. Una fitta trama di vicoli medievali ci riporta oggi i sapori e le suggestioni di un contesto rurale ancora scandito dalla ciclicità del tempo agricolo; un paesaggio ricco di pietra e vegetazione, immerso nel silenzio che solo lo scroscio del torrente e il tintinnio della fontana riescono a rompere. Il luogo ideale per gli appassionati di fotografia.

Massa San Giorgio, la più grande delle Masse, è caratterizzata dalla presenza di una Chiesa Madre, distrutta nel 1908 e poi ricostruita in stile neoromanico; al suo interno conserva una "Madonna delle Grazie", scultura marmorea dello scultore e architetto di Raccuja, Rinaldo Bonanno.