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Dora Musumesi fu una tra le donne più innovative di Sicilia. Lei fu la prima pianista jazz d’Italia. Bambina-prodigio, morì nel 2004 a seguito di un incidente.

Era un vero talento naturale, Dora Musumeci, nata Giulia Isidora. A 22 anni fu la prima pianista jazz della storia d’Italia perché lei imparò come toccare quei tasti neri e bianchi quando aveva solo 5 anni. Un prodigio insomma, il cui talento la portò presto dalla sua Catania, dove nacque nel 1934, al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.

Presso l’istituto, iniziò ad appassionarsi alla musica classica, ma questo non impedì ai giornalisti di “Musica Jazz” di dedicarle un articolo monografico nel 1947, perché Dora continuerà a ‘improvvisare’ almeno fino a tutti gli anni Sessanta.

Dora Musumeci la storia

Dora era stata avviata alla musica fin in tenera età dal padre, Salvatore Musumeci, violinista presso il Teatro Massimo di Catania. A sette anni iniziarono le sue prime esibizioni e nel 1944, nell’immediato Dopoguerra, la sua piccola figura partì per il primo tour internazionale della sua vita, in Tripolitania, ovvero in quella porzione di territorio situato attorno alla città libanese di Tripoli.

Il successo di Dora Musumeci

Nel ’47 inizia la sua consacrazione e Dora prende a girare per l’Italia esibendosi con i grandi della musica, soprattutto jazz, come Dizzy Gillespie e Lionel Hampton. In questo stesso periodo, forma la sua prima band e inciderà le sue prime opere, che la porteranno in tour in Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Belgio e Svizzera.

Per l’etichetta discografica Cetra, di Torino, Dora pubblicherà, nel 1956, il suo primo album “La regina dello swing” e nello stesso anno vincerà il primo premio al Festival del Jazz di Modena.

La sua fama supera i confini dell’Isola anche grazie ad una serie di ospitate presso la radio e in tivù; verrà spesso reclutata dai compositori di musica leggera per arrangiamenti di alcuni brani in chiave jazz. Nello stesso periodo formerà un quartetto con cui inizierà a pubblicare altri lavori.

Negli anni Sessanta, Dora Musumeci arriva al Piper, il noto club musicale di Roma dove si esibirono con lei anche Romano Mussolini e Giovanni Tommaso. In questi stessi anni, metterà il suo talento a disposizione del cinema, registrando alcuni brani per colonne sonore, lavorando fianco a fianco di compositori del calibro di Ennio Morricone.

Saranno gli anni Settanta però a segnare la sua svolta musicale; Dora infatti abbandonerà progressivamente il jazz per dedicarsi alla musica classica, soprattutto a quella di Debussy, Bach, Rachmaninoff. Diviene insegnante di pianoforte al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria dove insegnò fino alla fine della sua vita.

Dora aveva un talento straordinario che la portava a riprodurre brani ascoltati una volta sola nella vita, anche senza l’uso del leggìo. Si dice che a Roma, nel 1955, in un locale di via Margutta la Musumeci giocò ‘un tiro mancino’ ad un uomo che aveva provato a comporre una melodia mai sentita prima al pianoforte: «Nuova? Ma io la conosco da quand’ero bambina. Ascolti».

Gli ultimi anni di Dora

Tra gli anni Cinquanta e Settanta, Dora girerà molte volte l’Europa esibendosi nelle radio, in tivù, nei concerti e nei festival, arrivando a conoscere e a lavorare gomito a gomito con alcuni dei direttori d’orchestra più noti al mondo come Scherchen, Urbini, Somogyi, Fistoulari; e si dedicerà inoltre alla realizzazione di musiche per spettacoli radiofonici o teatrali, come nel caso de “L’aria del continente” di Nino Martoglio. Continuerà a incidere fino al 1961 e nel 1994 la Repubblica Italiana le conferirà il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito.

Nel settembre del 2004, un pirata della strada la investe; morirà all’ospedale Garibaldi di Catania dopo un coma di 20 giorni, a seguito delle numerose fratture agli arti e violenti traumi riportati alla schiena e ai polmoni.

Di Enrica Bartalotta

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