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linea dentataIn questo articolo parleremo approfonditamente di emorroidi: vene varicose presenti nella parete del retto o dell’ano spesso associate a dolore e difficoltà nella defecazione. L’articolo è abbastanza lungo. Per questo abbiamo deciso di dividerlo in paragrafi. Ti auguriamo una buona lettura.

Che cosa sono le emorroidi?

A dire il vero non esiste una precisa definizione di emorroidi. Tuttavia possono essere descritte come delle masse o dei grumi di tessuto all’interno del canale rettale che contengono vasi sanguigni e comprendono anche delle zone circostanti di sostegno costituite da muscoli e fibre elastiche.

Ad essere più precisi le emorroidi si trovano nel canale anale.

Per canale anale intendiamo quegli ultimi 4 centimetri che terminano il retto, la parte terminale dell’intestino crasso.

Attraverso il canale anale le feci vengono espulse dal corpo verso il mondo esterno.

In altre parole le emorroidi sono delle strutture vascolari presenti nel canale anale che assolvono alla funzione di migliorare il controllo che l’umano ha sulle feci, permettendo un migliore mantenimento della continenza fecale. E sebbene tantissime persone pensano che le emorroidi siano una anomalia del canale anale, esse sono presenti in tutte e tutti noi.

I problemi insorgono a seguito di infiammazioni e conseguente gonfiore delle emorroidi. E allora che cominciano i problemi e andare in bagno può diventare un vero supplizio.

La sintomatologia è varia. Dipende dal fatto che un soggetto soffra di emorroidi interne o esterne.

Nel primo caso solitamente sono presenti dei sanguinamenti più o meno copiosi a seconda dei casi; il tutto in assenza o quasi di dolore.

Nel secondo caso, invece, il dolore nella zona anale è quasi sempre una costante.

I trattamenti più consigliati sono quelli di assumere più fibre nella propria dieta, bere molto per mantenere idratato l’intero organismo, assumere degli analgesici FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), fare dei semicupi (bagni di acqua fredda nella zona anale. Si può anche utilizzare il bidet o una bacinella. Vanno fatti ogni sera per circa 4 minuti. Migliorano la circolazione e aumentano il tono dei tessuti) e riposarsi il più possibile.

Quante persone soffrono di emorroidi?

Soltanto il 4% circa della popolazione mondiale soffre di emorroidi.

Esse possono affliggere maschi o donne con la stessa percentuale. Solitamente ne soffrono maggiormente i soggetti tra i 45 ed i 65 anni.

L’anatomia delle emorroidi

Prima di parlare dell’anatomia delle emorroidi dobbiamo aver ben chiaro in mente la tipologia di problema che stiamo analizzando. E nel caso specifico delle emorroidi i problemi sono tutti correlati al funzionamento delle valvole venose.

Con il passare del tempo il nostro corpo invecchia ed una delle conseguenze di questo invecchiamento è la perdita di elasticità del tessuto connettivo di tutto il corpo. Logicamente i vasi ematici non fanno eccezione a questa regola e con il passare degli anni le pareti delle vene assumono una forma ad S: i vasi finiscono per dilatarsi e diventare tortuosi. In pratica si formano le tanto famose vene varicose. Non c’è donna che non tema la comparsa di queste vene sulle gambe.

Ma le vene varicose non si trovano solo alle estremità degli arti inferiori. L’ano e le sue pareti sono proprio un’altra sede frequentemente colpita dalle vene varicose. La pressione che un individuo esercita durante la defecazione spinge il sangue in queste vene che vengono distese a seguito del forte cambiamento pressorio. Ma ripetuti incidenti lasciano le pareti di tali vasi sempre più distese. Sono proprio queste vene dilatate a costituire le emorroidi che possono sanguinare e, nei casi più gravi, essere molto dolorose.

Le arterie che apportano il sangue al canale anale arrivano direttamente dal retto e tendono a formare una fitta rete di vasi ematici che comunicano gli uni con gli altri. E proprio questa ricca presenza di arterie che se messa in difficoltà può sanguinare rilasciando un sangue dal colore vivo (perchè ricco di ossigeno).

Ma come arriva, altrettanto facilmente, il sangue deve tornare indietro a seguito degli scambi gassosi e di materiale nutritivo.

Le vene anali drenano il sangue dal canale anale e dalle emorroidi. Queste vene di scarico viaggiano lungo due direzioni. In un primo caso esse tornano indietro verso il retto. Nel secondo caso, invece, si dirigono verso il basso sotto la pelle che circonda l’ano.

A questo punto è necessario introdurre un nuovo termine: linea dentata.

Essa è una linea all’interno del canale anale che indica il passaggio dalla cute anale a quello che può essere definito come il rivestimento del retto. Viene anche chiamata linea pectinea o linea ano-rettale o pettinata ed è proprio una linea ideale che separa il retto dall’ano, costituita dalle papille anali.

Formazione delle emorroidi

Se le emorroidi originano nella parte più alta del canale anale, quella più vicina al retto, allora parleremo di emorroidi interne.

Se invece esse originano più in basso, nella zona vicina all’ano, allora parleremo di emorroidi esterne.

Tecnicamente la chiave di volta è la linea dentata della quale abbiamo parlato precedentemente. Se le emorroidi compaiono sopra la linea dentata, allora saranno interne. Nel caso in cui invece dovessero comparire al di sotto della linea dentata, verrebbero classificate come emorroidi esterne.

Formazione emorroidi interne – I cuscinetti emorroidali nel canale anale superiore sono costituiti dai vasi sanguigni e dei loro tessuti di sostegno (lo avevamo già detto). Ciò che non avevamo specificato, però, è il fatto che di solito ci sono tre grandi cuscini emorroidali orientati a destra posteriormente, destra anteriormente e lateralmente a sinistra. Durante la formazione delle emorroidi interne, i vasi sanguigni dei cuscinetti anali aumentano in dimensioni e supportano la crescita delle emorroidi.

Il rigonfiamento tessutale più i vasi sanguigni sporgono nel canale anale. Ed è lì che le emorroidi possono causare dei problemi di defecazione e sanguinamento.

Formazione emorroidi esterne – A differenza delle emorroidi interne, ad oggi non è ancora ben chiaro come e si formino le emorroidi esterne.

Quali sono le cause principali della comparsa delle emorroidi?

Tecnicamente non si sa di preciso perchè le emorroidi si ingrandiscano e comincino a dare dei problemi. Però ci sono diverse teorie a riguardo, anche se non suffragate adeguatamente da prove scientifiche. Molte di esse puntano il dito sulla cattiva alimentazione: mancanza di fibre e stitichezza cronica sono le maggiori indiziate.

Un’altra possibile causa di emorroidi è la gravidanza ed il conseguente parto. Ma ancora una volta il perchè ciò avvenga non è molto chiaro.

Di certo è che la pressione, continua ed elevata, delle feci contro lo sfintere anale pone a dura prova l’organismo. E più sarà difficile evacuare e più sarà grande la pressione da dover esercitare. Mettiamoci anche che con il tempo i tessuti perdono il loro smalto, i punti di ancoraggio possono cedere e ciò può portare a soffrire di emorroidi.

Quali sono i sintomi delle emorroidi

I sintomi possono variare per intensità da soggetto a soggetto, però in generale ciò che accade è che il soggetto possa sentire dolore durante e dopo la defecazione o che possa sentire soltanto una fastidiosa pressione.

Ciò dipende dal fatto che esistano due tipi particolari di nervi nel canale anale: i nervi viscerali e quelli somatici.
I primi si trovano sopra la linea dentata e (come i nervi che regolano l’intestino) non cagionano dolore.
I secondi, invece, funzionano proprio come i nervi della pelle. Questi sono quelli che solitamente ci danno informazioni sull’ambiente circostante. Ed il dolore è uno dei tanti messaggi che trasmettono al cervello.

Detta in questi termini potrebbe sembrare che soffrire di emorroidi interne non dovrebbe essere così male. Ma non è così.
Perdendo il loro ancoraggio e collassando all’interno del canale anale, le emorroidi si espongono a continui traumi, sanguinamenti ed infezioni associate al passaggio delle feci. La situazione si complica particolarmente nel caso di costipazione. E non sono rari i casi in cui i soggetti affetti da emorroidi soffrano anche di prurito.

Le emorroidi esterne causano problemi soprattutto quando sanguinano. Per il resto influiscono poco sulla funzionalità del canale anale. Sì, possono far male perchè irrorate da nervi somatici, e questo potrebbe senz’altro richiedere l’attenzione medica, ma la situazione è senz’altro più rosea rispetto alle emorroidi interne.
Qualche volta le emorroidi esterne possono complicare la pulizia dell’ano ed allora insorgono infezioni ed irritazioni.

Per maggiore comodità possiamo suddividere il problema in categorie:

Emorroidi di primo grado: le emorroidi sanguinano durante la defecazione, ma non prolassano all’interno del canale;
Emorroidi di secondo grado: le emorroidi collassano e ritornano al loro posto automaticamente e senza sanguinare;
Emorroidi di terzo grado: le emorroidi collassano, ma possono essere spinte indietro attraverso il dito;
Emorroidi di quarto grado: le emorroidi collassano, ma non è possibile spostarle dalla loro posizione. In oltre a questa categoria è possibile associare quelle emorroidi trombizzate, contenenti coaguli di sangue e che possono tirare con sè gran parte del rivestimento dell’ano;

Diagnosi: come capire che si soffre di emorroidi

Il più delle volte il soggetto che soffre di emorroidi trae da sé le conclusioni a seguito di un sanguinamento durante la defecazione (gocce di sangue trovate sulla carta igienica); dopo aver sentito il cedimento emorroidale protrudere attraverso l’ano; dopo aver sentito dolore durante e dopo l’esser stati in bagno.

Ma il vero e proprio accertamento deve essere eseguito da un medico che possa escludere altre patologie: ragadi anali, fistole perianali, (intorno all’ano) malattie della pelle, infezioni, tumori, cancro al colon, polipi, coliti, etc.

Molte volte basta solo una visita, ma in altri casi potrebbe esser necessario raschiare un pò di tessuto infetto ed eseguire una biopsia.

Le emorroidi esterne appaiono come una protuberanza, dei bernoccoli.
Nel corso degli anni ad esse sono stati affibbiati tanti nomi.
Appaiono come una zona scura che circonda l’ano (anche se può sembrare semplice identificarle, sarebbe sempre meglio chiedere ad un medico perchè esistono rari tumori della zona perianale che possono mascherarsi da emorroidi esterne).

Nel caso di emorroidi interne l’esame viene eseguito grazie all’uso di un guanto e di un dito o attraverso la endoscopia anale che sfrutta una sonda lunga circa otto centimetri e dal diametro di due/tre centimetri.

Non sempre, ma è possibile che il medico lo ritenga utile, colonscopia ed altre tecniche di indagine dell’intero organo escretore sono importanti per accertare la provenienza di eventuali sanguinamenti e dolori.

Come vengono curate le emorroidi

La prima misura di carattere generale che viene immediatamente suggerita è quella di modificare la propria dieta in modo da regolarizzare l’intestino ed ammorbidire le feci. Mangiare più frutta e verdura ed assumere più fibre è la regola d’oro per chi desidera lenire i problemi che insorgono al momento della defecazione.

20, 30 grammi di fibre al giorno bastano per lenire di molto il problema delle emorroidi.

Errore: guai a cercare di scatenare una diarrea incontrollata. Si ritiene che la diarrea possa complicare ed accentuare i sintomi delle emorroidi. Attenzione quindi alle purghe.

Medicamenti e cure

Molte delle pomate e dei prodotti raccomandati per curare le emorroidi contengono degli ingredienti che tentano di mitigare il prurito e il disagio dovuto ai dolori anali durante e dopo l’escrezione delle feci.

Ma questo genere di farmaci fanno poco o nulla. Il loro intervento non “cura” le emorroidi. Si limita a lenire dolore e prurito.

Unguenti, creme, gel, supposte, schiume, batuffoli. Il mercato ne offre di tutti i gusti. Solitamente i principi attivi all’interno di un prodotto sono diversi.

Anestetici locali: questo genere di farmaco riesce a bloccare il dolore per un arco temporale breve e senza debilitare il corpo intero. Funziona bene anche per lenire il prurito ed i bruciori dell’ano. Il loro uso dovrebbe essere limitato alla zona perianale e basso canale anale.
E’ importante ricordare che gli anestetici locali possono scatenare delle reazioni allergiche. Quindi, se il prurito ed il bruciore dovessero continuare dopo la somministrazione degli anestetici, il loro uso deve essere sospeso.

Composizione anestetici locali

○ Benzocaina 5% al 20%
○ Alcool benzilico 5% al 20%
○ Dibucaine 0,25% al 1,0%
○ Dyclonine 0,5% al 1,0%
○ Lidocaina 2% al 5%
○ Pramoxine 1,0%
○ Tetracaina 0,5% al 5,0%

Antisettici: inibiscono la crescita di batteri ed altri organismi nelle zone trattate. In questo modo le irritazioni a carico delle emorroidi e di tutta la zona perianale dovrebbero scemare (in realtà non si può dire con certezza che i prodotti antisettici siano più efficaci dell’acqua e del sapone, tuttavia vengono venduti in quantità esagerate).

Gli antisettici contengono:

○ Acido borico
○ Fenolo
○ Benzalconio cloruro
○ Cloruro di cetilpiridinio
○ Cloruro di benzetonio
○ Resorcina

Astringenti: promuovono la coagulazione delle proteine all’interno delle cellule presenti nella zona perianale e del canale anale. In tal modo le emorroidi sono meno gonfie, bruceranno meno e faranno meno male in generale.

Gli astringenti includono:

○ Calamina 5% al 25%
○ Ossido di zinco 5% al 25%
○ Strega nocciola 10% al 50%

Cheratolici: sono prodotti chimici che “smantellano” in qualche modo lo strato più esterno della pelle, permettendo ad altri medicamenti di penetrare maggiormente in profondità.

Cheratolici di uso comune:

○ Alluminio chlorhydroxy allantoinate (alcloxa) 0,2% al 2,0%
○ Resorcinolo 1% a 3%

Protectants: prevengono eventuali irritazioni della pelle, formando una barriera fisica che isola la zona irritata in modo tale da evitarle ulteriori stress dovuti a liquidi e feci.

I protectants contengono:

○ Alluminio idrossido gel
○ Burro di cacao
○ Glicerina
○ Caolino
○ Lanolina
○ Olio minerale
○ Bianco petrolato (vaselina)
○ Amido
○ Ossido di zinco o calamina (che contiene ossido di zinco) in concentrazioni fino al 25%
○ Olio di fegato di merluzzo o olio di fegato di squalo, se la quantità di vitamina A è di 10.000 unità USP / giorno.

Vasocostrittori: sono delle sostanze chimiche che somigliano molto all’epinefrina, una sostanza chimica conosciuta anche con il nome di adrenalina: mediatore chimico, un ormone e un neurotrasmettitore.
Per quanto riguarda le emorroidi i vasocostrittori restringono i vasi sanguigni nella zona anale, riducendone il gonfiore e di conseguenza anche il bruciore, dolore ed eventuale prurito. Hanno anche un leggero effetto anestetico. Ma molto leggero.
A differenza dei vasocostrittori che vengono assunti per via orale o per iniezione, quelli applicati direttamente alla zona perianale hanno una bassa incidenza di effetti collaterali gravi come la pressione alta, tremori, nervosismo, insonnia, ipertiroidismo, etc.

I vasocostrittori includono:

○ L’efedrina solfato 0,1% a 1,25%
○ Epinefrina 0,005% allo 0,01%
○ Fenilefrina 0,25%

Corticosteroidi: questo genere di farmaci sono importanti per ridurre l’infiammazione e dare sollievo al prurito. Purtroppo il loro uso reiterato può danneggiare seriamente la pelle. Per questo occorre usarli con parsimonia. Da pochi giorni al massimo di due settimane.

Trattamenti ambulatoriali per curare le emorroidi

Ci sono tanti trattamenti ambulatoriali che possono essere eseguiti per curare le emorroidi. Il loro effetto è comune: produrre delle infiammazioni nei cuscinetti emorroidali che successivamente daranno vita a dei processi cicatriziali. Tali processi riducono le emorroidi e non causano tanto dolore in quanto le zone trattate con gli interventi, che a breve elencheremo,  contengono soprattutto nervi viscerali.

Scleroterapia >> è uno dei trattamenti più vecchi per curare le emorroidi. Durante la scleroterapia un liquido (solitamente fenolo o chinino urea) è iniettato alla base delle emorroidi. Ciò da vita ad un processo infiammatorio che presto evolve in una cicatrice. Sul momento non si sente dolore, ma è possibile avvertirlo nei giorni successivi all’intervento. Con la scleroterapia i sintomi delle emorroidi vengono calmierati anche per diversi anni e in futuro è probabile che sia necessario qualche altro trattamento.

Rubber band ligation (Gomma banda legatura) >> è un trattamento che solitamente si rivela più efficace e duraturo della scleroterapia. Il principio base sul quale si basa è quello di arrestare il flusso sanguigno che alimenta le emorroidi. Esse vengono costrette con una legatura stretta alla loro base. In un paio di giorni il tessuto perirà e verrà rimpiazzato da una ulcera che poi guarisce lasciando solo una cicatrice. Si tratta di una tecnica che può essere usata con le emorroidi di primo, secondo e terzo grado. Purtroppo anche questa tecnica non è definitiva ed il problema delle emorroidi potrebbe ripresentarsi dopo diversi anni.

Onestamente non è una tecnica che amo, perchè tra le sue complicazioni ci sono il dolore (si presenta con maggiore frequenza rispetto alla scleroterapia) e le perdite ematiche (che possono durare da una a due settimane e possono degenerare in infezioni, specie in quegli individui con il sistema immunitario debilitato: aids, cancro, chemioterapia, diabete, etc).

Coagulazione a caldo >> i trattamenti che sfruttano il calore per eliminare le emorroidi e promuovere il processo di cicatrizzazione sono tanti: diatermia bipolare, elettroterapia a corrente continua, foto-coagulazione a raggi infrarossi. Assieme alla scleroterapia sono degli ottimi trattamenti. Il dolore post intervento è frequente anche se meno intenso rispetto alla legatura delle emorroidi. Inoltre le perdite ematiche sono minime.

Crioterapia >> con questa tecnica viene utilizzato il freddo per occludere i vasi sanguigni, far “appassire” il tessuto emorroidale e quindi indurre delle cicatrici. E’ largamente utilizzata anche se richiede più tempo delle altre perchè il problema delle emorroidi sia risolto definitivamente, il dolore da sopportare “post intervento” è maggiore e l’efficacia nella cura delle emorroidi è minore rispetto a tutti gli altri trattamenti suggeriti precedentemente.

Emorroidi: interventi chirurgici

Solitamente i trattamenti chirurgici non sono molto richiesti. Solo il 10% dei soggetti afflitti da emorroidi arriva ad usare la chirurgia per risolvere il proprio problema.

Ecco alcune tecniche utilizzate:

Dilatazione >> è una procedura violenta che viene usata raramente perchè causa spesso incontinenza nei soggetti ai quali viene eseguita. Si tratta di una forte dilatazione dello sfintere anale.

Legatura Doppler >> è un trattamento innovativo delle emorroidi. L’intento è quello di individuare  l’arteria che rifornisce di sangue le emorroidi così da dearterizzare la zona mediante la legatura dei rami terminali dell’arteria. Per tale scopo viene utilizzato un proctoscopio ad ultrasuoni.
Il successo dell’intervento è quasi assicurato e le complicazioni sono quasi assenti (sepsi, perforazione, emorragia, incontinenza, etc).

Sfinterotomia >> trattamento chirurgico che prevede il sezionamento parziale delle fibre muscolari dello sfintere anale nel tentativo di ridurre la pressione. Raramente tale intervento è realizzato da solo per curare definitivamente le emorroidi.

Emorroidectomia >> intervento chirurgico eseguito in sala operatoria con tanto di anestesia locale o spinale. Si tratta dell’asportazione delle emorroidi individuando i tre gavoccioli emorroidari principali. Questi verranno successivamente legati e sezionati.
Il post intervento prevede una altissima igiene quotidiana e le ferite guariscono completamente in circa 30 giorni (settimane durante le quali il paziente raramente riesce a tornare a lavoro). Per tale ragione viene suggerita una dieta leggera e la si fa accompagnare da dei lassativi che possano favorire l’evacuazione intestinale.
Inoltre dovranno essere presi degli antidolorifici e antiinfiammatori, perchè la guarigione sia assicurata ed esente da eventuali complicazioni.

Emorroidectomia pinzata >> si tratta di una tecnica piuttosto recente per trattare le emorroidi efficacemente. Il nome non è molto appropriato per il fatto che l’intervento chirurgico non rimuove le emorroidi, ma tenta di ridurre l’eccessivo lassismo delle emorroidi e tenta di espandere il tessuto di supporto che aiuta le emorroidi a non collassare verso il basso.

Emorroidi: punti chiave da ricordare

1. Le emorroidi sono vasi che circondano l’ano o il canale anale e che si sono infiammati e gonfiati;

2. Le emorroidi non mettono un individuo in pericolo di vita. Solitamente i sintomi scompaiono in un paio di giorni. Basta correggere il tiro con l’alimentazione;

3. E’ importante affidarsi alla scrupolosa diagnosi di un medico specialista tutte le volte che si notano delle perdite ematiche durante la defecazione.

4. Se una dieta più accurata e ricca di fibre e le pomate (trattamenti casalinghi) non dovessero bastare per tenere sotto controllo le emorroidi, allora sarebbe meglio affidarsi a dei trattamenti chirurgici.

Da: Salute e Benessere