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Geografie siciliane inabissate. I movimenti dei continenti hanno creato nei millenni variazioni morfologiche in cui si sono determinate terre emerse e terre inabissate. Anche la Sicilia è stata soggetta a tali eventi non solo nelle ere primordiali ma anche quando l’uomo era già comparso. La ricostruzione delle morfologie dei territori nelle ere preistoriche è stata aiutata anche dall’osservazione subacquea che ha mostrato dei veri e propri siti archeologici sommersi a testimonianza di un passato di terre subaeree di alcune zone costiere della Sicilia. Centocinquantamila anni fa’ le distanze costiere della Sicilia erano molto diverse, soprattutto nella zona sud-occidentale dell’isola in cui la costa era molto più vicina all’Africa ed il canale di Sicilia molto più stretto, sembra fosse di soli pochi chilometri di ampiezza. Non sappiamo se la Sicilia a quell’epoca fosse già abitata dall’uomo, ma è certo che fossero presenti specie di animali di grossa taglia come gli elefanti. A testimonianza di ciò, il rinvenimento di due molari inferiori di elefante a circa cinque metri di profondità dal litorale di Torretta Granitola, la cui posizione anatomica induce a supporre che lo scheletro dell’animale possa ancora trovarsi lì sommerso. Il ritrovamento dei resti di elefante in mare fa pensare che quel territorio in precedenza potesse essere un ambiente lagunare. Ulteriore testimonianza è il ritrovamento di incisioni rupestri paleolitiche nell’arcipelago delle Egadi che ha destato non poche perplessità, poiché esse rappresentano animali da prateria che difficilmente potevano esistere in una piccola isola quale oggi Levanzo. Queste raffigurazioni inducono a pensare che in quel periodo le isole Egadi fossero collegate alla Sicilia. Tra i vari rinvenimenti subacquei in Sicilia vale la pena ricordare anche quello di Lipari, nei pressi della costa del Pignataro in cui vennero portate alla luce da circa quaranta metri di profondità, numerose ceramiche attribuibili alla cultura dell’antica età del bronzo di Capo Graziano ( 2000-1800 a C.). Inizialmente si pensò ad un relitto naufragato vicino alla costa ma a seguito di varie ricognizioni si arrivò ad ipotizzare un antichissimo insediamento umano che successivamente si inabissò. La testimonianza è data da ruderi di epoca romana semi-affondati e dalla presenza nel non lontano porto di Lipari-Sottomonastero di un portico romano a poco meno di 13 mt di profondità.  Altri significativi ritrovamenti possono essere ammirati ad Ognina a sud di Siracusa, dove una tomba dell’età del bronzo si trova semi-sommersa dal mare e nelle immediate vicinanze a sette metri di profondità, sono state recuperate ceramiche e strumenti in pietra risalenti al neolitico. Sono ancora pochi gli elementi acquisiti di una Sicilia preistorica sommersa, ma certamente il futuro ci riserverà interessanti novità grazie all’avanzamento tecnologico ed al sempre crescente interesse nei confronti di una tematica così importante.