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L’ambra del Simeto, nota anche come Simetite, è un tesoro della Sicilia che non tutti conoscono. Proprio nel cuore della Riserva Naturale Orientata dell’Oasi del Simeto (il fiume più grande della nostra Isola), questo fossile ha trovato la sua casa ideale.

Cos’è l’Ambra del Simeto

La Simetite è la più giovane delle ambre, poiché si è formata circa 26 milioni di anni fa, in piena epoca miocenica. Non si può dire che esistano veri e propri giacimenti di ambra in Sicilia, ma sono ampiamente documentati ritrovamenti di questo fossile nelle campagne di Agira, Gagliano Castelferrato, Leonforte e Nicosia.

Il nome di “Ambra” deriva dal greco “elektron”, che significa “elettricità“. Già nel VI secolo a.C., infatti, il filosofo Talete di Mileto aveva scoperto che, strofinando un panno con un pezzo di ambra, questa diventava capace di attirare piccoli oggetti leggeri (oggi si parla di “elettricità statica).

Le caratteristiche

L’ambra siciliana è lucida e trasparente. Un vero e proprio tesoro di spiagge siciliane e catanesi. Per secoli i collezionisti l’hanno cercata e, ancora oggi, è una delle più preziose al mondo. Si lega al fiume Simeto ed è stata generate da resine dei boschi che poi sarebbero diventati Nebrodi e Madonie. La resina si è depositata sul terreno e sulla roccia, quindi è stata trasportata dall’erosione meteorica e idrologica fino al Mar Ionio.

Lo stesso mare l’ha restituita alla terra, soprattutto nei pressi della foce del Simeto, nei pressi di Catania. Si trova anche in alcune parti del litorale ibleo, di cui un tratto è chiamato “Costa dell’Ambra“.

Già in epoca preistorica si conosceva la Simetite ma, nel tempo, all’ambra locale si preferì quella baltica. L’alta gioielleria si innamorò dell’ambra del Simeto intorno al 1600. La lavorazione divenne presto un’eccellenza di Catania: nacquero monili di raffinata bellezza e ornamenti per le statue nelle chiese catanesi.

I cercatori più abili del passato erano i pescatori di telline. Con il loro rastrello, infatti, non era raro che, un tempo, si trovasse anche la preziosa ambra. Partendo proprio da questi ritrovamenti occasionali, la ricerca divenne sistematica, in particolare nel periodo che va da aprile a ottobre. Quando si combinano mareggiate e piena del fiume, si poteva vedere la Simetite brillare sulla battigia.

Ben presto, così, l’Ambra del Simeto divenne oggetto di collezionismo. Tra le maggiori collezioni c’è quella del Principe di Biscari Ignazio Paternò Castello, che mostrò a Goehte durante il suo Grand Tour in Sicilia. L’abate Francesco Ferrara, invece, ne aveva ben ottanta tipi diversi nella sua raccolta. A Catania, ce ne sono splendidi esempi lavorati nel Tesoro di Sant’Agata.

Foto: Hans SplinterLicenza.