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Il casolare di Peppino Impastato a Cinisi, in provincia di Palermo, si trasforma ufficialmente in un luogo dedicato alla memoria e alla lotta contro la mafia.

Questa mattina è stato firmato il contratto che affida la struttura in concessione d’uso gratuito per sei anni a tre associazioni: Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato Onlus, capofila del progetto, in partenariato con il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato Onlus e l’Associazione culturale Peppino Impastato. La cerimonia segna un passo storico per la valorizzazione di un sito che rappresenta un emblema della resistenza alla criminalità organizzata.

Un percorso lungo e complesso

“Si tratta di un risultato raggiunto dopo anni di impegno e di lavoro del dipartimento dei Beni culturali e della Soprintendenza,” ha dichiarato Selima Giuliano, soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo. Il percorso per rendere il casolare un luogo accessibile al pubblico è iniziato con l’iter per il vincolo culturale, che ha riconosciuto il sito come un simbolo legato alla storia e alla lotta contro la mafia. Successivamente, sono stati completati l’esproprio e i lavori di restauro, finanziati con risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. “Prima abbiamo ricreato il sito di interesse culturale legato alla storia e alla simbologia di ciò che rappresenta, poi abbiamo provveduto all’esproprio e ai lavori di restauro, e infine, oggi, all’assegnazione in comodato d’uso gratuito,” ha aggiunto Giuliano. I lavori, conclusi nel 2023 sotto la direzione tecnica della Soprintendenza di Palermo, hanno rispettato le caratteristiche identitarie del fabbricato rurale e dell’area circostante.

Un restauro per preservare l’identità

Acquisito al demanio della Regione Siciliana nel 2020, il casolare è stato sottoposto a un attento progetto di restauro curato dalla Soprintendenza di Palermo. Gli interventi hanno riguardato sia la struttura interna del fabbricato sia l’area esterna, mantenendo intatta l’autenticità del luogo. Situato nei pressi della linea ferroviaria Palermo-Trapani, il casolare è tristemente noto per essere il luogo dove, il 9 maggio 1978, fu rinvenuto il corpo di Peppino Impastato, assassinato dalla mafia. La sua posizione e la sua storia lo rendono una tappa fondamentale nei percorsi della memoria dedicati alle vittime di mafia, attirando ogni anno migliaia di visitatori, in particolare giovani e studenti.

Il ruolo delle associazioni

Le tre associazioni concessionarie, attive da decenni nel contrasto alla criminalità organizzata, avranno il compito di gestire e valorizzare il casolare. Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato Onlus, il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato Onlus e l’Associazione culturale Peppino Impastato porteranno avanti iniziative di sensibilizzazione e formazione, con un focus particolare sulle scuole. “Le associazioni del territorio possono così garantire la fruizione del sito per fare in modo che possa diventare luogo di memoria e legalità per tutti e in particolare per le scuole,” ha sottolineato Selima Giuliano. L’obiettivo è trasformare il casolare in una meta imprescindibile per i percorsi di legalità, che ogni anno coinvolgono studenti e cittadini da tutta Italia.

Peppino Impastato, un’eredità viva

Peppino Impastato, giovane giornalista e attivista, è ricordato per il suo coraggio nel denunciare il potere mafioso a Cinisi attraverso le trasmissioni di Radio Aut. La sua voce, che sfidava apertamente i boss locali, è diventata un simbolo di resistenza e impegno civile. Il casolare, luogo del suo assassinio, è da anni meta di pellegrinaggi civili, con visitatori che rendono omaggio non solo a Impastato, ma a tutte le vittime della mafia. La sua storia continua a ispirare generazioni, e l’apertura al pubblico del casolare rappresenta un passo avanti per mantenere viva la sua eredità.

Verso un futuro di impegno e memoria

L’assegnazione del casolare alle associazioni segna l’inizio di una nuova fase per il sito, che diventerà un centro di aggregazione culturale e educativa. In linea con gli obiettivi dell’Assessorato dei Beni culturali guidato da Francesco Paolo Scarpinato, il progetto punta a promuovere la fruizione pubblica e a rafforzare il ruolo del casolare come simbolo di legalità. La gestione da parte delle associazioni garantirà che il sito non sia solo un luogo di commemorazione, ma anche uno spazio vivo, capace di educare e sensibilizzare le nuove generazioni sulla lotta alla criminalità organizzata.

Foto di Isidoro Guida.

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