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La prima cattedrale normanna della Sicilia.

  • La Cattedrale di Maria Santissima Assunta è uno degli edifici più rappresentativi di Troina.
  • Nel 1060 la cittadina fu scelta dal Gran Conte Ruggero per la conquista dell’isola come roccaforte fra le montagne.
  • Ecco la storia di questo luogo di culto.

La Cattedrale di Maria Santissima Assunta di Troina è un edificio religioso estremamente rappresentativo, non soltanto della cittadina, ma anche del profondo culto della Sicilia nei confronti della Vergine. È Patrona di numerose città dell’isola, Patrona Principale del Regno delle Due Sicilie e attuale Patrona della Sicilia: a lei sono dedicate la maggior parte delle Cattedrali e numerosi luoghi di culto. Nel 1060 la città di Troina fu scelta dal Gran Conte Ruggero per la conquista dell’Isola, come roccaforte tra le montagne, che dominano le vallate circostanti. Riconquistata nel 1062 ed eletta capitale comitale, proio l’«urbs Trayna felix» fu sede della prima cattedrale normanna di Sicilia, costruita dal Gran Conte Ruggero dedicata alla Vergine nominando vescovo il normanno Roberto, e della rispettiva diocesi. Scopriamo meglio storia e curiosità.

Cattedrale di Maria Santissima Assunta a Troina

Tra le prime fortezze normanne della Sicilia, c’è il castello di Troina. Non è nota con esattezza la sua data di edificazione. Si intuisce, però, che un edificio fortificato debba essere stata innalzato non molto tempo dopo la conquista normanna della città, avvenuta nel 1061 d.C. Proprio in quell’anno il Conte Ruggero trascorse lì le festività natalizie. Tra il 1067 e il 1079 fu edificata la cattedrale di Troina, prima cattedrale interamente voluta dal Conte Ruggero. Nel 1082, a seguito della costruzione della cattedrale, Troina venne elevata a sede vescovile. Fu qui che Urbano II incontrò il conte Ruggero nel 1088 d.C. Lo storiografo Edrisi, intorno al 1150 d.C., descrive l’abitato come “castello da rassomigliare a città; desiderato soggiorno; fortalizio che si estende sui lati”.

In un documento del 1154, redatto in lingua greca, si cita un tale Graziàno, castellano di Troina. Alcuni anni dopo, nel 1169, la cittadina è attestata ancora come “ecclesia castri civitatis nostrae Troinae”. L’anno successivo si ricorda un Gregorius Castellanus. Delle fortificazioni durante il regno angioino/aragonese poco si conosce. Si apprende che nel 1409 del castello resiste solo una torre, sottoposta a regio demanio, giudicata come “domus plana”, edificio smilitarizzato e privo di valore strategico. Nel 1425 la torre è ancora demaniale, ma poco più di un secolo dopo, nel 1558, la testimonianza del Fazello lascia intendere la totale scomparsa della fortezza, inglobata o obliterata dalla Chiesa Maggiore, appellata dalla popolazione locale col toponimo di “Baglio del Castello”. Questo toponimo è riportato anche da Vincenzo Amico nel 1757.

L’amministrazione ecclesiastica si estendeva su un vasto territorio che comprendeva «l’area dei PeloritaniNebrodi e delle Madonie, da Messina alla stessa Troina fino a Taormina da un lato e da Rametta, Milazzo, Sinagra, Naso, San Marco d’Alunzio, Mistretta a Gagliano Castelferrato, Sperlinga, Tusa, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Cefalù, Collesano, Caltavuturo, Sclafani Bagni». La costruzione dell’impianto normanno si fa risalire al 1061: la Cattedrale di Troina doveva presentarsi come un connubio di elementi militari e religiosi, divisa in tre navate con absidi semicircolari. L’abate Rocco Pirri documenta la permanenza della cattedra vescovile presso Troina fino al 1090, termine entro il quale è ristabilita la sede di Messina. Nella ristrutturazione quattrocentesca le absidi semicircolari scomparvero e fu ristretto l’impianto delle tre navate. Foto: Michele Trovato.

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