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Chi era Luigi Capuana, biografia e opere più importanti dello scrittore, critico letterario e giornalista siciliano, uno dei più importanti teorico del Verismo. Dove è nato, cosa ha scritto, qual era il suo pensiero, cosa leggere. Dove ha vissuto, la vita privata, quando e come è morto.

Luigi Capuana

Luigi Capuana nasce a Mineo, in provincia di Catania, il 28 maggio del 1839, in una famiglia di agiati proprietari terrieri. Frequenta a Mineo le scuole comunali. Nel 1851 si iscrive al Reale Collegio di Bronte, ma dopo due anni prosegue lo studio da autodidatta, per motivi di salute. Conseguita la licenza, si iscrive nel 1857 alla facoltà di Giurisprudenza a Catania. Abbandona gli studi tre anni più tardi, per partecipare all’impresa  garibaldina, come segretario del comitato clandestino insurrezionale di Mineo e, poi, come cancelliere nel nascente consiglio civico.

Nel 1864 Capuana si trasferisce a Firenze, per dedicarsi alla carriera letteraria. Frequenta gli scrittori più noti dell’epoca e pubblica nel i suoi primi saggi critici, collaborando anche con il quotidiano La Nazione. La sua prima novella esce nel 1867 sul quotidiano fiorentino e si intitola “Il dottor Cymbalus”. Tra le opere giovanili narrative migliori, ci sono le novelle ispirate alla vita siciliana, ai personaggi e ai fatti grotteschi e tragici della propria provincia. Molto importanti anche le fiabe. Di queste l’unico volume reperibile è: Si conta e si racconta.

Ritorno in Sicilia

Luigi Capuana torna in Sicilia nel 1868. Pensa di rimanervi poco, ma la morte del padre e alcuni problemi economici, lo obbligano a restare. Diviene ispettore scolastico, poi consigliere comunale e poi sindaco di Mineo. Si avvicina alla filosofia idealistica di Hegel. Nel 1875 si reca per un breve soggiorno a Roma e in questo stesso anno, su consiglio dell’amico Giovanni Verga, si trasferisce a Milano. Collabora con il Corriere della Sera e pubblica la sua prima raccolta di novelle, Profili di donne, e il romanzo Giacinta, considerato il manifesto del verismo italiano.

Nel 1880 raccoglie i suoi articoli su Zola, Goncourt, Verga e altri scrittori dell’epoca in due volumi di Studi sulla letteratura contemporanea (1880-1882). Torna a Mineo e per un breve periodo e a Ispica, dove inizia a scrivere il romanzo con cui diverrà celebre vent’anni dopo, Il Marchese di Roccaverdina (originariamente Il Marchese di Santaverdina).

Dal 1882 al 1883 lo scrittore risiede a Roma e dirige il Fanfulla della domenica. Fino al 1888 sarà a Catania e a Mineo, per tornare infine a Roma, dove rimarrà fino al 1901. La produzione letteraria di Luigi Capuana di questo periodo è molto ricca. Esce nel 1882 una raccolta di fiabe (C’era una volta). Poi dà alle stampe le raccolte di novelle Homo (1883), Le appassionate (1893), Le paesane (1894) e i migliori saggi critici. Sono sempre di questo periodo i romanzi Profumo e Il Marchese di Roccaverdina.

Capuana ottiene nel 1900 la cattedra di letteratura italiana all’Istituto Femminile di Magistero a Roma. Qui approfondisce l’amicizia con Gabriele D’Annunzio e conosce Luigi Pirandello. Torna nel 1902 a Catania, per insegnare lessicografia e stilistica alla locale università. Si dedica alla stesura del romanzo Rassegnazione, che esce sulla rivista Flegrea nell’aprile e maggio del 1900 e nel 1907, pubblicato da Treves, in volume. Tra le sue ultime opere ci sono i volumi di fiabe e novelle, Coscienze (1905), Nel paese di Zagara (1910), Gli Americani di Rabbato (1912).

Luigi Capuana scrive anche alcuni racconti fantastici, tra i quali Nell’isola degli automi (1906), Nel regno delle scimmie, Volando e La città sotterranea (1908), L’acciaio vivente (1913, ne Il Giornale d’Italia). Muore il 29 novembre del 1915 a Catania, all’età di 76 anni. Le sue spoglie riposano al cimitero di Mineo e il suo monumento funebre è opera dello scultore Michele La Spina.

Vita privata di Luigi Capuana

Capuana inizia nel 1875 una relazione con Giuseppina Sansone, una ragazza assunta dalla sua famiglia come domestica. Da questo rapporto nascono diversi figli, che però finiscono tutti all’ospizio dei trovatelli di Caltagirone (non è accettabile, all’epoca, che un borghese riconoscesse i figli nati dalla relazione con qualcuno non del stesso lignaggio). Giuseppina rimane con lui fino al 1892, quando proprio per volontà dello scrittore sposa un altro uomo. Nel 1908 Luigi Capuana sposa la scrittrice Adelaide Bernardini, conosciuta nel 1895.

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