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Sicilia cuore del mondo? Ebbene sì, c’è stato un tempo in cui lo era. Se non ci credete, andate a dare un’occhiata al Mappamondo di Ebstorf, la più grande mappa geografica conosciuta nel Medioevo. Un vero e proprio capolavoro di tre metri e mezzo di diametro, scoperto nel 1843 nel monastero benedettino della città della Sassonia di cui porta il nome. È stata attribuita a un cartografo attivo in Germania nel tredicesimo secolo, Gervasio di Ebstorf che, secondo gli studiosi, coincide probabilmente con Gervasio di Tilbury.

Oggi rimangono soltanto una serie di fotografie in bianco e nero, scattate nel 1891, e molti facsimile a colori: un secolo dopo il suo ritrovamento, infatti, l’originale andò perduto ad Hannover, nel corso di un bombardamento degli Alleati.

Una singolare rappresentazione del mondo

La mappa è stata realizzata come una rappresentazione del mondo conosciuto, unificato in Cristo crocifisso. Ripercorre le fattezze di un corpo umano, con i suoi organi vitali, ed era una suggestiva versione delle numerose mappae mundi tripartite a T e O dell’epoca. Si chiamano così perché mostrano i tre continenti (Asia, Europa ed Africa), separati da un Mar Mediterraneo a forma di T. L’oceano che circonda le terre emerse è disegnato come una grande O.

Mappamondo di Ebstorf

La testa di Cristo è in Oriente, in cima alla mappa, direzione del Paradiso, mentre le sue mani segnano i limiti settentrionale e meridionale del mondo conosciuto. I piedi, invece, sono a Gibilterra, dove il Mediterraneo incontra l’Atlantico. Al centro c’è Gerusalemme. La città di Roma era rappresentata con la figura di un leone. E la Sicilia? La Sicilia è rappresentata con la forma di un cuore. Secondo alcuni storici, potrebbe essere stato Federico II di Svevia a scegliere la forma cuoriforme, ma non ci sono fonti certe in merito).

Tutto intorno alla mappa c’era una dettagliata legenda che forniva descrizioni di animali, la storia della creazione del mondo e una breve descrizione del tipo di cartografia usato, con la spiegazione del perché l’emisfero era raffigurato in tre parti. La mappa includeva anche storie e simboli, sia pagani che biblici.

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