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Nel territorio di Leonforte la coltivazione del pesco ha una tradizione secolare. Incroci naturali tra antiche cultivar locali hanno dato origine alle attuali varietà di pesche tardive tanto apprezzate dai consumatori. Sono tardive perchè maturano a settembre, ottobre, addirittura novembre, maturano cioè quando il mercato nazionale non può fare altro che ricorrere a prodotti di importazione.

I produttori agricoli di Leonforte attuano da sempre una peschicoltura diversa che vede come unico obbiettivo quello di offrire al mercato una pesca pulita e con spiccate caratteristiche di genuinità.

I peschicoltori leonfortesi, infatti, per difendere la produzione e inibire l’ovodeposizione della mosca della frutta, ricorrono all’insacchettamento dei frutti. Tale pratica consiste nell’utilizzo di un sacchetto di carta che, applicato ad ogni frutto centoventi-centocinquanta giorni prima della maturazione, protegge i frutti da tutti gli agenti esterni fino alla maturazione completa.

Il ricorso a tale tecnica colturale, unica nel suo genere, giustifica pienamente l’assenza dei trattamenti chimici e scongiura l’eventuale presenza di residui tossici nei frutti, residui che nella peschicoltura convenzionale, purtroppo, sono quasi del tutto ineliminabili.Sicuramente l’insacchettamento dei frutti, seppur oneroso da un punto di vista economico, ha l’indubbio vantaggio di produrre una pesca di ottime caratteristiche organolettiche, apprezzabile per il profumo, il gusto e la consistenza della polpa, qualità uniche ed inconfondibili, che fanno della pesca settembrina di Leonforte uno dei Presìdi di Slow Food.

Dolcissime, aromatiche e profumate, le pesche tardive di Leonforte sono un autentico gioiello dell’agricoltura italiana.

Intorno al mese di marzo nelle piante, ancora spoglie, si effettua la potatura, in concomitanza con la ripresa vegetativa. A questo punto iniziano a formarsi le gemme fiorali che sbocciando danno luogo ad uno spettacolo di fiori rosa.

Nel mese di maggio si procede al diradamento dei frutti (scuzzulari) per consentire ai frutti di raggiungere una maggiore pezzatura, infatti se ne lasciano solo 2-3 per ramo. Ovviamente anche questo è un’operazione che viene svolta manualmente.

Ma la principale peculiarità della pesca settembrina di Leonforte, oltre ovviamente

alle magnifiche caratteristiche organolettiche, è data dalla tecnica dell’insacchettamento.

Questa consiste nell’insacchettare (in dialetto ‘ncuppari) ogni singola pesca in un sacchetto di carta pergamenata semitrasparente che fa passare la luce, ma allo stesso tempo protegge il frutto dagli agenti esterni (parassiti vari, animali, agenti atmosferici, ecc.): in questo modo si evita d’intervenire con trattamenti antiparassitari almeno per 3-4 mesi prima della raccolta.

nfatti l’epoca dell’insacchettamento si aggira intorno al mese di giugno. Bisogna apporre il sacchetto e un fil di ferro (per fissare il sacchetto stesso) con cura certosina: è molto importante porre estrema attenzione a non danneggiare i piccoli frutti.Dentro il sacchetto il frutto matura meglio e mantiene al suo interno l’aroma e il profumo unico che contraddistingue questo prodigio della natura.

E’ un lavoro molto oneroso, lento e impegnativo…

…ma siamo convinti che ne valga la pena.

Fonte:http://www.agrirape.it/it/prod/pescasettembrina/infopesca.html

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