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Sicilia delle meraviglie. Gli scavi di Segesta restituiscono una villa di età romana, con vista su Castellammare del Golfo. Apparteneva a un ammiraglio, il navarca Eraclio. Una prestigiosa residenza su due piai, che ricordava la forma di una nave, con mensole decorate.

La villa di lusso del navarca Eraclio, amico di Cicerone

Eraclio, questo il nome del ricco comandante di navi e armatore che vi abitava, era amico di Cicerone, che lo cita nelle sue Verrine. Lo scrittore ha decantato le ricchezze depredate dal navarca da Verre.

Rossella Giglio, direttrice del Parco di Segesta, racconta a Repubblica: «Un personaggio di spicco, che si fece realizzare una villa a due piani con un pavimento a losanghe tridimensionali in tre colori. Una residenza raffinata di cui abbiamo trovato resti straordinari e che continueremo a indagare con l’università di Ginevra».

Dal mese di maggio i resti della villa saranno un cantiere aperto al pubblico, che potrà scoprire la villa-nave del navarca Eraclio. Gli scavi, iniziati nel 1992, erano stati ricoperti. Solo lo scorso anno sono ripartite le indagini, cui seguiranno nuovi scavi. È davvero interessante ricostruire la storia di questo ricchissimo armatore.

Eraclio volle una residenza aristocratica, ma anche una “torre di avvistamento” per guardare le navi nel golfo dell’odierna Castellammare. Affacciandosi, poteva anche ammirare i templi. La villa del navarca di Segesta è un unicum, a partire dalla pavimentazione.

La “pavimentazione straordinaria”

La pavimentazione che ricopriva l’atrio di accesso alla residenza, infatti, era una sorta di “gioco” con tessere romboidali a tre colori, che raffigurano una sequenza concatenata di cubi dall’effetto tridimensionale. L’atrio con questa pavimentazione straordinaria conduce ad una grande sala.

Nella sala sono stati ritrovati i resti delle scale che portavano ad un secondo livello. «Ci troviamo di fronte a una casa molto ricca e raffinata – aggiunge Rossella Giglio -. Su questi pavimenti hanno lavorato di certo maestranze scelte di età ellenistica, quando Segesta era già nell’orbita romana e quindi anche le abitazioni ne rispecchiavano il gusto».

La restauratrice Simona Panvini aggiunge ulteriori dettagli: «Questa era la casa dell’ammiraglio della flotta di Segesta e da quassù era possibile vedere il mare. La sala principale ha questo pavimento musivo molto interessante (…). Stiamo rimuovendo elementi esterni per liberare il mosaico, poi consolideremo le tessere e interverremo sulle lacune”.

Il navarca Eraclio apparteneva alla ricca borghesia dell’antica Segesta romana. Una classe sociale impegnata nell’abbellimento della città. Foto: Panegyrics of GranovetterLicenza.

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