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Una preziosa villa romana nel cuore delle Madonie. A Santa Marina, uno dei borghi di Petralia Soprana è emersa tempo fa un’antica villa dell’età imperiale: una specie di fattoria con annesse abitazioni, come lascia dedurre la presenza di una fornace e di resti di vasellame. Si tratta di un edificio ricco, che mostra la grandezza in un ampio peristilio, con i resti di un battuto sabbioso in coincidenza del cortile.

Vi sono soglie, colonne e resti di mura, mentre sul fronte sud si intuisce la presenza passata di una scalinata, esposta al sole. Quanto emerso fino adesso lascia intuire che un tempo questa fosse un’area di grande importanza economica, che potrebbe aver messo a sistema un’intricata rete di attività agricole, presenti fin dal sesto secolo a.C..

Villa Santa Marina sorgeva a poche decine di metri da una rete fluviale un tempo navigabile. Le chiatte trasportavano a valle granaglie e altri prodotti agricoli, oltre a salgemma e legname. La scoperta è di fondamentale importanza, perché permette di conoscere meglio – e da un diverso punto di vista – tutto il territorio.

Intorno ad essa, infatti, potrebbe essere nato uno dei più antichi insediamenti petralesi. Un centro economico e snodo dei traffici delle Madonie, riabitato in età bizantina e poi abbandonato.

Nel corso del mese di ottobre del 2019 dieci archeologi volontari hanno scavato, sotto la responsabilità scientifica della Sovrintendenza di Palermo, coordinati da Santino Ferraro e altri dell’associazione Gaetano Messineo. Gli scavi saranno coperti, in vista dell’inverno e delle piogge.

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