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I rischi del pesce crudo e del sushi. Quello più alto è contrarre parassiti e in particolare l’anisakidosi, una malattia causata dall’ingestione di parassiti del pesce e dei molluschi che si sta diffondendo in Occidente grazie alla moda culinaria del sushi e di altri piatti a base di pesce crudo. Ad affermarlo è un articolo pubblicato sul "British Medical Journal Case Reports" ripreso dal "Corriere della Sera". Gli autori descrivono la vicenda di un 32enne portoghese, fino a quel momento sano, ricoverato dopo una settimana di forti dolori addominali, vomito e febbre.

La dottoressa Joana Carmo, del reparto di gastroenterologia dell’ospedale Egas Moniz di Lisbona, e i suoi co-autori scrivono che l’esame fisico ha rivelato un gonfiore dell’addome e l’esame del sangue un aumento dei globuli bianchi, segno di infezione in corso. Parlando con i medici l’uomo ha detto di aver mangiato sushi di recente. I medici hanno allora eseguito un’endoscopia gastrointestinale, che ha rivelato la presenza di una membrana intestinale gonfia, a cui era saldamente attaccato un parassita, che stava penetrando nello stomaco. Il verme, allo stato larvale, è stato rimosso con una speciale rete.

Le analisi successive hanno rilevato che il verme apparteneva al genere anisakis. "L’anisakis può infettare salmone, aringa, merluzzo, sgombro, calamaro, halibut e dentice", ha detto Carmo. Non appena il verme è stato rimosso i sintomi del paziente hanno cominciato a scomparire. "Qualche decennio fa i dottori non conoscevano questa infezione", ha aggiunto. Il primo caso di anisakidosi è stato descritto da medici olandesi negli anni Sessanta: il paziente aveva mangiato aringa sotto sale. Ma da allora si sono verificati casi in molti altri Paesi, "soprattutto in Giappone dove si mangia di frequente pesce crudo". In Giappone i casi rilevati sono dai duemila ai tremila l’anno, secondo le statistiche diagnostiche, ma ci sono ipotesi che in Spagna, Paese dove si consumano molte acciughe marinate, i casi possano arrivare a ottomila l’anno.

Secondo Carmo "in Europa l’infestazione dei pesci è probabilmente più comune di quanto pensassimo. Uno studio mostra che l’anisakis simplex (la specie più comunemente associata con le infezioni umane) è stato trovato nel 39,4% degli sgombri freschi esaminati nel mercato di Granada, in Spagna". Un altro studio spagnolo ha rilevato che il 56% dei melù venduti in cinque catene di supermercati spagnoli mostravano segni di infestazione. L’infezione si manifesta quando i vermi invadono la parete dello stomaco o l’intestino, causando dolore, nausea e vomito. Alcuni pazienti possono sviluppare reazioni allergiche, gonfiore, eritema cutaneo o manifestazioni anafilattiche.

La larva dell’anisakis può vivere per settimane nell’apparato digerente, ma muore prima di raggiungere lo stato adulto. Prima di morire però produce una massa infiammata nell’esofago, nello stomaco o nell’intestino. "C’è chi avverte una sensazione di solletico in bocca o in gola subito dopo aver mangiato pesce crudo. E’ il verme che si muove in bocca o in gola", scrive il Center for Diseases Control Usa. Surgelare il pesce a meno 20 gradi celsius per almeno 72 ore uccide il parassita. Inoltre "gli chef di sushi ben addestrati possono rilevare le larve di anisakis. Sono ben evidenti nel pesce", ha detto la dottoressa.