Dopo decenni di dibattiti, il Ponte sullo Stretto di Messina ha ricevuto il via libera definitivo dal Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) il 6 agosto, segnando un passo storico verso la realizzazione di un’opera destinata a diventare il ponte sospeso più lungo al mondo.
Con un investimento di 13,5 miliardi di euro, il progetto non solo unirà Sicilia e Calabria, ma si propone come un volano di sviluppo economico e occupazionale per l’intero Sud Italia.
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha definito l’approvazione “un punto di partenza” dopo anni di lavoro, sottolineando il potenziale dell’infrastruttura per rivoluzionare la mobilità e il tessuto economico del Paese.
Un capolavoro di ingegneria
Il Ponte sullo Stretto sarà un’opera senza precedenti, progettata per infrangere record mondiali. Con una lunghezza complessiva di 3.666 metri e una campata centrale sospesa di 3.300 metri, supererà ogni altro ponte sospeso esistente. Le due torri, alte 399 metri e posizionate sulle coste di Calabria e Sicilia, sosterranno la struttura con due coppie di cavi, ciascuno del diametro di 1,26 metri e composto da 44.323 fili d’acciaio. L’impalcato, largo 60,4 metri, ospiterà sei corsie stradali (tre per direzione, inclusa una corsia di emergenza) e due binari ferroviari, garantendo una capacità di 6.000 veicoli l’ora e fino a 200 treni al giorno. Per consentire il passaggio delle grandi navi, il ponte offrirà un’altezza libera di 72 metri sopra il canale navigabile, riducendo i tempi di attraversamento tra Messina e Reggio Calabria a 15 minuti per treni e 10 minuti per auto, rispetto alle attuali 2-3 ore.
Un progetto strategico per l’Europa
Il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura italiana, ma un tassello fondamentale del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte della rete TEN-T dell’Unione Europea. La sua rilevanza strategica è stata confermata da un contributo di 25 milioni di euro da parte della Commissione Europea per la progettazione esecutiva del lato ferroviario, come annunciato dall’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci. “La sottoscrizione dell’accordo di sovvenzione conferma il ruolo strategico dell’opera e pone le premesse per reperire ulteriori risorse,” ha dichiarato Ciucci, sottolineando le prospettive di riduzione dell’onere sul bilancio pubblico. Il progetto si inserisce in un più ampio piano di investimenti infrastrutturali da 70 miliardi di euro entro il 2032, che include potenziamenti stradali e ferroviari in Sicilia e Calabria.
L’impatto economico e occupazionale
Secondo uno studio di Open Economics, il Ponte genererà un contributo al PIL nazionale di 23,1 miliardi di euro durante la fase di costruzione, con 36.700 posti di lavoro stabili e 10,3 miliardi di euro di entrate fiscali per lo Stato. Nei cantieri, che dureranno circa un decennio, saranno impiegati oltre 4.300 operai ogni anno, con un totale di 120.000 unità lavorative attivate. Il progetto coinvolgerà 253 imprese, molte delle quali provenienti da Lombardia, Veneto e Piemonte, sotto la guida del consorzio Eurolink, capitanato da Webuild, leader mondiale nella costruzione di grandi opere. “Siamo orgogliosi di essere parte di un’impresa che metterà in moto un grande progetto infrastrutturale, un volano di crescita e legalità per il Sud,” ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild.
Infrastrutture complementari
Il progetto non si limita al ponte: include 40 chilometri di collegamenti stradali e ferroviari, di cui l’80% in galleria, per integrare l’opera con le infrastrutture esistenti. In Calabria, circa 10 chilometri di strade collegheranno l’Autostrada del Mediterraneo (A2) e la stazione FS di Villa San Giovanni, mentre 2,7 chilometri di ferrovie si connetteranno alla futura linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria. In Sicilia, i collegamenti raggiungeranno le autostrade Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20), oltre alla nuova stazione FS di Messina. Un Centro Direzionale multifunzionale sorgerà a Piale, nel comune di Villa San Giovanni, ospitando negozi, ristoranti e un centro convegni. Inoltre, il progetto prevede opere di mitigazione ambientale, come riforestazione e ricostruzione di habitat naturali, per ridurre l’impatto sull’ecosistema.
Un consorzio internazionale d’eccellenza
La costruzione del Ponte è affidata al consorzio Eurolink, guidato da Webuild, che vanta un curriculum di opere iconiche come il Ponte Genova San Giorgio e il Terzo Ponte sul Bosforo. Tra i partner figurano Sacyr (Spagna), IHI (Giappone) e altre imprese italiane come Condotte e Itinera. La progettazione è curata dalla società danese COWI, esperta in ponti sospesi, mentre il Parsons Transportation Group (USA) supervisiona la gestione del progetto, e Edison Next Environment si occupa del monitoraggio ambientale. “Il Ponte rappresenta una vetrina dell’ingegneria italiana nel mondo,” ha dichiarato un portavoce di Webuild, evidenziando l’aggiornamento del progetto alle più recenti norme di sicurezza e compatibilità ambientale.
Prossimi passi e cantieri
Con l’approvazione del Cipess, il progetto entra nella fase operativa. La delibera, che segue la firma di un atto aggiuntivo al contratto con Eurolink per un valore di 10,6 miliardi di euro, sarà efficace con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, previa validazione della Corte dei Conti. I cantieri preliminari, che includono indagini sul sottosuolo e formazione per giovani lavoratori, potrebbero partire già a settembre 2025. Tuttavia, l’avvio dei lavori richiede ancora la gestione degli espropri, che coinvolgeranno circa 250 abitazioni a Torre Faro, Messina. Ciucci ha promesso un approccio graduale e attento per minimizzare l’impatto sui residenti, anche se le opposizioni locali restano significative.
