C’è un filo invisibile, ma permanente, che unisce le botteghe di Milano ai vicoli di Palermo, le macchinette ronzanti dei maestri del tradizionale alle linee eleganti del giapponese. È il filo dell’inchiostro, dell’arte tatuatoria italiana che resiste al tempo, alle mode e alla tecnologia. A raccontarlo è “An Italian Affair, a map of traditional and Japanese tattoo art”, il nuovo libro di Turi Messineo che fa della pelle una mappa e dei tatuatori i suoi cartografi.
Giovedì 21 novembre, dalle 18.30, The Good fellas Tattoo di Palermo (via Caltanissetta 2b) ospiterà la presentazione del volume, con ingresso libero. Un incontro che promette di essere più di una semplice presentazione: un viaggio nel cuore del tatuaggio, tra storie, stili e generazioni. Una chiacchierata con l’autore e alcuni dei protagonisti: Michele Ruvolo, Alessio Salafia e Matteo Dote. Subito dopo la presentazione, ci sarà un dj-set di Aggro.
Un atlante dell’arte su pelle
“An Italian Affair” nasce dal desiderio di fermare il tempo di un mestiere artigianale che vive una trasformazione profonda. Gli artisti del tatuaggio tradizionale e giapponese si muovono oggi tra l’eredità della bottega e le nuove frontiere digitali. Da qui l’idea di costruire una “mappa” del tatuaggio in Italia, un percorso da Nord a Sud che riunisce 75 protagonisti, noti e meno noti, ma tutti fedeli all’essenza più pura di quest’arte.
Non è solo un libro di disegni o fotografie. È un archivio vivente di storie, mani, strumenti e visioni. Diviso in tre generazioni, parte dai pionieri — Gianmaurizio Fercioni (Milano), Gippi Rondinella e Gabriele Donnini (Roma) — per arrivare fino alle nuove leve. Tra i protagonisti, Crez, punto di riferimento del tatuaggio giapponese; Stizzo e Rudy Fritsch, maestri e compagni di viaggio dell’autore; la storica Miss Arianna di Rimini, tra le prime donne a imporsi in questo mondo; e Dino, giovane tatuatore bolognese legato al tradizionale.
In questo atlante non manca la Sicilia, che lascia un segno profondo: Michele Ruvolo e Alessio Salafia per Palermo, Matteo Dote e Giuseppe Morello per Catania, Andrea Furci per Londra. Tutti legati da una comune radice punk e metal, da un’estetica ruvida e sincera che affonda nella cultura underground.
Quattro domande per raccontare un’arte
Ogni artista ha risposto a quattro domande che diventano il cuore narrativo del libro: la macchinetta più significativa, il tatuaggio personale più caro, la propria storia professionale e il proprio stile. Quattro risposte, quattro fotografie per ognuno. Ne nasce un racconto collettivo, intimo e diretto, che svela la filosofia di chi fa del tatuaggio un atto d’amore e memoria.
Edito da Coenen Publishing in Germania, il libro è scritto in inglese grazie all’interessamento del tatuatore ed editore Andreas Coenen, figura di spicco della scena mondiale e fondatore della Kaiserstadt Tattoo Expo di Aachen. L’impaginazione è firmata da Paolo Toro, mentre la copertina, disegnata a mano su lucido, è opera dell’autore stesso. A chiudere il volume, un pensiero del collezionista e figura storica della scena punk italiana, Pesce, che restituisce il senso ultimo dell’opera: il tatuaggio come memoria viva, linguaggio universale, appartenenza.
Luogo: The Good Fellas Tattoo, Via Caltanissetta, 2B, PALERMO, PALERMO, SICILIA
