La nuova edizione della Guida Michelin 2026 offre un ritratto dell’Italia gastronomica in continua trasformazione, fatta di territori che evolvono, chef che sperimentano e identità che si consolidano. La Sicilia, con la sua pluralità di paesaggi e tradizioni, occupa un posto centrale in questo racconto. Ecco tutte le stelle italiane e l’elenco completo dei ristoranti siciliani premiati.
Un’edizione che racconta un’Italia in movimento
La Guida Michelin 2026 si presenta come una mappa ricchissima, un viaggio attraverso un Paese che continua a reinventarsi senza perdere autenticità. Lo si percepisce fin dalle prime pagine: oltre 125 nuove insegne, quasi 2000 ristoranti citati, una crescita che non è soltanto numerica, ma culturale.
La ristorazione italiana conferma una vitalità che affonda le radici nel territorio, ma non rinuncia alla ricerca, alla tecnica, all’eleganza. La guida mette in evidenza una fotografia gastronomica estremamente variegata, capace di far convivere cucine d’avanguardia e tradizioni antiche.
Nell’edizione 2026 entra un nuovo ristorante da Tre Stelle, mentre due ristoranti accedono alla categoria delle Due Stelle e 22 ottengono la loro prima stella. Non è un semplice aggiornamento: è un movimento, un cambiamento di equilibri che mostra come l’Italia culinaria stia esplorando linguaggi nuovi e, allo stesso tempo, consolidando percorsi maturi.
L’Italia raccontata attraverso i suoi paesaggi
Tra i monti
Le aree alpine continuano a svolgere il ruolo di laboratorio creativo: cucine tecniche, profonde, capaci di trasformare l’essenzialità della montagna in esperienze raffinate. Il Petit Bellevue, il Quellenhof Gourmetstube 1897 e il Porcino rappresentano questo asse gastronomico fatto di rigore, memoria e interpretazione contemporanea.
Sulla costa
Il mare diventa teatro di sperimentazioni che non snaturano la tradizione. A Sciabola, l’Adriatico entra nel piatto con letture moderne; a Venezia, Agli Amici Dopolavoro porta avanti un dialogo costante con la laguna. Le cucine che vivono a ridosso del mare raccontano un’Italia che sa essere essenziale, elegante, profondamente identitaria.
Nella provincia
La provincia italiana continua a sorprendere. Luoghi come Famiglia Rana, La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti o Al Madrigale | Nuova Cucina Rurale dimostrano che la grande cucina non ha bisogno delle grandi città per respirare: basta un territorio ricco di storie e un’idea chiara di ospitalità.

Nelle città
Milano, Roma, Napoli, Firenze: qui la cucina si apre al mondo. Ma non si tratta di una fuga dal contesto italiano, bensì di un ampliamento del vocabolario gastronomico. Il risultato è un intreccio di influenze che mantiene una radice solida. Da Procaccini a Milano ad Alain Ducasse Napoli, questa sezione della guida mostra un Paese cosmopolita ma riconoscibile.
Le Stelle della Guida Michelin 2026
3 Stelle
- Alba – Piazza Duomo
- Brunico – Atelier Moessmer Norbert Niederkofler
- Brusaporto – Da Vittorio
- Castel di Sangro – Reale
- Firenze – Enoteca Pinchiorri
- Milano – Enrico Bartolini al Mudec
- Modena – Osteria Francescana
- Nerano – Quattro Passi
- Orta San Giulio – Villa Crespi
- Roma – La Pergola
- Rubano – Le Calandre
- Runate – Dal Pescatore
- Senigallia – Uliassi
- Serralunga d’Alba – La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti N
- Verona – Casa Perbellini 12 Apostoli
2 Stelle
- Anacapri – L’Olivo
- Bergamo – Villa Elena
- Brusciano – Taverna Estia
- Castellammare di Stabia – Piazzetta Milù
- Cervere – Antica Corona Reale
- Cioccaro – Locanda Sant’Uffizio Enrico Bartolini
- Colle di Val d’Elsa – Arnolfo
- Cornaredo – D’O
- Firenze – Santa Elisabetta
- Gargnano – Villa Feltrinelli
- Godia – Agli Amici
- Imola – San Domenico
- Ischia – daní maison
- Isola Vulcano – I Tenerumi N
- Licata – La Madia
- Longiano – Magnolia
- Lonigo – La Peca
- Lughetto – Antica Osteria Cera
- Marzocca – Madonnina del Pescatore
- Milano – Andrea Aprea
- Milano – Verso Capitaneo
- Milano – Seta by Antonio Guida
- Montalcino – Campo del Drago
- Montemerano – Caino
- Napoli – George Restaurant
- Oppeano – Famiglia Rana N
- Ragusa – Duomo
- Roma – Il Pagliaccio
- Roma – Acquolina
- Roma – Enoteca La Torre
- Sarentino – Terra The Magic Place
- Taormina – St. George by Heinz Beck
- Telese – Krèsios
- Tirolo – Castel fine dining
- Trieste – Harry’s Piccolo
- Venezia – Glam Enrico Bartolini
- Viareggio – Il Piccolo Principe
- Vico Equense – Torre del Saracino
Tutti i ristoranti da 1 Stella della SICILIA
- Archi – Zash
- Bagheria – Lìmù
- Bagheria – I Pupi
- Catania – Coria
- Catania – Sapio
- Isola Vulcano – Il Cappero
- Linguaglossa – Shalai
- Malfa – Signum
- Marina di Ragusa – Votavota
- Noto – Crocifisso
- Palermo – Mec Restaurant
- Ragusa – Locanda Don Serafino
- Siracusa – Cortile Spirito Santo
- Taormina – La Capinera
- Taormina – Otto Geleng
- Taormina – Principe Cerami
- Taormina – Vineria Modì
- Terrasini – Il Bavaglino
Sicilia stellata: un racconto in evoluzione
La presenza delle stelle siciliane nella Guida 2026 restituisce l’immagine di un’isola gastronomicamente matura, capace di costruire un percorso coerente senza rinunciare al coraggio di innovare. Ogni ristorante premiato custodisce un pezzo della complessa identità siciliana: la costa e l’entroterra, la tradizione e la revisione contemporanea, la materia prima e l’interpretazione.
Le esperienze con Due Stelle – da La Madia a Duomo, fino a I Tenerumi e St. George by Heinz Beck – raccontano una Sicilia che non si accontenta più di essere un territorio “promettente”, ma si afferma come protagonista nel panorama gastronomico nazionale.
Le Stelle singole, diffuse da Catania a Palermo, da Ragusa a Taormina, mostrano una geografia frammentata ma unita dalla stessa tensione narrativa: cucine che parlano la lingua dell’isola ma la modulano attraverso tecniche, scelte estetiche e percorsi personali degli chef.
L’edizione 2026 non fotografa soltanto l’oggi: suggerisce una direzione. La ristorazione italiana appare più rispettosa dei luoghi, più consapevole, più attenta alla relazione fra prodotto e racconto. In questo scenario, la Sicilia emerge come uno dei territori più dinamici: un mosaico gastronomico capace di tenere insieme memoria, ricerca e identità. Foto: Depositphotos.com.
