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Apre al pubblico venerdì 19 dicembre a Palermo nelle sale di Villa Zito, sede museale della Fondazione Sicilia, la mostra L’età dell’oro. Il gioiello siciliano tra XVII e XIX secolo. Opere, collezionismo e contesti per l’oreficeria contemporanea, curata da Sergio Intorre e Roberta Cruciata, promossa e organizzata dalla Fondazione Sicilia, con il Patrocinio della Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, in collaborazione con Sicily Art and Culture s.r.l. a Socio Unico, Banca del Fucino (Main Sponsor), Civita Sicilia e Teatro Massimo.

“I gioielli esposti in mostra sono il nostro regalo di Natale per tutti i visitatori. Non solo perché si tratta di vere e proprie opere d’arte – afferma Maria Concetta Di Natale, Presidente della Fondazione Sicilia e riconosciuta studiosa di arti decorative, con particolare attenzione all’oreficeria – ma anche perché, nella loro specificità siciliana, questi pregiati manufatti raccontano la storia del collezionismo isolano e i legami con tradizioni orafe spagnole e francesi dal XVII al XIX secolo. Tradizioni che i maestri locali hanno saputo rielaborare con originali tecniche e cromatismi vivaci, rendendo unica ogni creazione. Nel corso della mostra, verranno coinvolte anche alcune delle voci più interessanti dell’oreficeria siciliana contemporanea: abbiamo così voluto dare vita a un dialogo che, nel nome dell’arte, attraversasse i secoli”.

Vengono esposti esemplari dal Seicento all’Ottocento, la maggior parte dei quali provenienti da una collezione privata siciliana, realizzati dalle maestranze degli orafi dell’Isola, tutti dallo stile inconfondibile, ma che presentano i marchi soltanto dalla seconda metà del Settecento. Saranno presenti, inoltre, a titolo di raffronto, opere da Musei siciliani come la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis e il Tesoro della Cattedrale di Palermo, il Museo Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani, il Museo Diocesano di Monreale, l’Eparchia di Piana degli Albanesi, il Tesoro della chiesa di Santa Maria a Randazzo, il Tesoro di Santa Venera ad Acireale e altre collezioni private siciliane, come quella degli orafi Fecarotta di Palermo.

“La mostra – commenta Sergio Intorre, curatore insieme a Roberta Cruciata – si concentra sul collezionismo privato di oreficeria siciliana del Novecento, che ha reso gli esemplari esposti particolarmente significativi, oggetto di un rinnovato interesse culturale e artistico. Questo ci ha offerto la possibilità di considerare queste opere da una prospettiva storica focalizzata sullo sviluppo dell’arte orafa nell’Isola in Età Moderna. La presenza in mostra anche di opere realizzate da orafi contemporanei consente uno sguardo su elementi di continuità che possono essere individuati tra l’oreficeria storica e quella odierna”.

Il percorso espositivo, organizzato sulla base di criteri cronologici e tipologici con un allestimento curato dall’Arch. Barbara Rappa, mette in evidenza come l’oreficeria siciliana si leghi a quella spagnola tra XVI e XVII secolo per poi subire l’influsso, a partire dal Settecento, di quella francese, pur distinguendosi sempre per caratteristiche proprie ed originali. Il gioiello siciliano, infatti, si caratterizza per la ricchezza della policromia e la fantasiosa varietà delle forme, oltre che per alcune peculiarità tipiche della produzione dell’Isola, che verranno messe in evidenza lungo il percorso espositivo. 

“Non si tratta meramente di una mostra di preziosi gioielli, ma di un affascinante viaggio lungo più di quattro secoli attraverso l’anima più autentica della Sicilia. Ogni singola opera – conclude Roberta Cruciata, curatrice insieme a Sergio Intorre – è espressione di fantasiosa creatività, di maestria tecnica, di amore per la propria terra e i suoi materiali, di meticolosa attenzione per i dettagli, di costante apertura culturale, di bellezza senza tempo. Gioielli in grado di fondere plurime influenze in un linguaggio unico: gioielli di Sicilia”.

Lo sviluppo di stili e tecniche è sottolineato da un dettagliato apparato didattico costituito da pannelli e supporti multimediali, che propone, oltre ad un ricco corredo di immagini e a brevi testi esplicativi, anche confronti con riproduzioni di disegni preparatori di gioielli spagnoli e francesi dell’epoca, riferimenti alle principali tecniche di lavorazione dei materiali preziosi nel tempo e contenuti orientati alla storia delle principali collezioni di oreficeria siciliana.

La mostra è arricchita da un’installazione multimediale che permetterà ai visitatori di immergersi tra le immagini dei gioielli esposti.

Fa parte del percorso espositivo anche uno spazio dedicato ad una selezione di orafi siciliani contemporanei, che esporranno a rotazione le loro creazioni a diretto confronto con quelle del passato, con il supporto di contenuti video: Fiorella Friscia, Palermo, i cui monili apriranno la rassegna; Laura Di Giovanna Nocito, Sciacca; Lucito, Piana degli Albanesi; Fecarotta Antichità, Palermo; Platimiro Fiorenza, Trapani; Massimo Izzo, Siracusa. 

La mostra sarà, inoltre, corredata da un catalogo contenente testi scientifici e schede delle opere esposte.