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Aci Catena, provincia di Catania: rubano una salma e richiedono un riscatto di 50 mila euro

“C’è grossa crisi”, diceva un noto personaggio televisivo interpretato dal comico capitolino Corrado Guzzanti, e lo sa bene un drappello di ladri di Aci Catena, in provincia di Catania.

Rubano una bara e chiedono il riscatto; no non è una nuova sceneggiatura per una fiction con protagonista il Commissario Montalbano, è tutto vero. È successo sabato scorso nella cittadina etnea di Aci Catena, dove il corpo di una donna deceduta da 17 anni, è stato trafugato dal cimitero urbano per essere utilizzato come oggetto di scambio per l’ottenimento di un cospicuo riscatto.

50 mila di euro è la cifra che i ladri hanno richiesto all’imprenditore in pensione, fratello della vittima, affinché la salma della cara estinta potesse tornare indietro intatta. L’uomo ha immediatamente contattato le Forze dell’Ordine di Acireale che si sono subito attivati localizzando i malviventi. Per loro è stato notificato un mandato d’arresto, mentre la donna, deceduta nel 1997, e sottratta alla cappella di famiglia, è stata tratta in salvo.

Un fatto che purtroppo, negli ultimi, anni, si è ripetuto con un insistenza che fa quasi spavento. O amarezza. Alla ribalta nazionale sono giunte infatti le voci che dichiaravano trafugata la salma di Mike Bongiorno dal cimitero di Dagnente; il corpo del famoso conduttore televisivo, deceduto l’8 settembre del 2009, è stato poi ritrovato nei pressi di Vittuone, in provincia di Milano e ancora non se ne conoscono i colpevoli. Nessuna richiesta di riscatto: forse un fan troppo affezionato? Stesso discorso per Enrico Cuccia, noto banchiere italiano deceduto nel 2000, per cui gli inquirenti avevano inizialmente pensato all’ipotesi del satanismo.

Atti di disperazione o semplice mancanza di rispetto? Purtroppo il risultato è lo stesso; due anni fa a Roggiano, un paese del cosentino, è stato commesso lo stesso reato, anche se, quella volta, non fu inoltrata alcuna richiesta di riscatto. La denuncia è arrivata ai carabinieri della città, la mattina stessa del reato, quando i familiari della vittima arrivarono sul luogo a misfatto compiuto, ritrovando la cappella aperta, il loculo sfondato e la bara priva del suo sigillo di sicurezza, vuota e spalancata. A causa della mancata presenza di una richiesta di denaro e dalla frequenza con cui nella zona si registravano episodi del genere, si è subito pensato al satanismo.

Mentre diversa fu un’iniziativa in provincia di Pescara, dell’aprile dello stesso anno.
Il macabro disegno di Gabriele Frezza, un incensurato di 59 anni, che per 8.000 euro ha minacciato la sua vicina di casa, di 86, di privarla della salma del figlio, che riposava al cimitero di Scafa, era stato infatti scritto, nei minimi particolari, in una missiva che è stata intercettata dai carabinieri della città di Popoli; l’uomo è stato portato in camera di sicurezza e processato per direttissima, nel mese dello stesso anno.

Autore | Enrica Bartalotta

 

 

Staff Siciliafan