Allarme pesticidi nelle acque italiane: sono aumentati del 20 per cento

Allarme pesticidi nelle acque italiane: i numeri sono preoccupanti, poiché ben due campioni su tre, fra quelli superficiali, superano i livelli di qualità ambientale. La zona più inquinata è quella della pianura padana, perché è lì che le indagini sono di solito più efficaci, mentre altrove i controlli sono carenti. Tra i contaminanti, quelli più presenti sono gli erbicidi e in particolare il glifosato. 

Ogni anno, in Italia, sono circa 130.000 le tonnellate di prodotti fitosanitari utilizzate e ad esse si aggiungono i biocidi, impiegati in tanti settori di attività, di cui non si hanno informazioni per quanto concerne quantità e distribuzione geografica delle sorgenti di rilascio. Il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell'ISPRA contiene i risultati del monitoraggio di queste sostanze. La contaminazione da pesticidi è un fenomeno complesso e difficile da prevedere: il Rapporto viene costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea, soprattutto per quanto riguarda le regioni del Meridione.

Ecco i dettagli, riportati da Today.it:

Le acque superficiali “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosate e il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosforico), metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Per quanto riguarda il glifosate e il metabolita AMPA, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, va chiarito che sono cercati solo in Lombardia e Toscana, dove sono tra i principali responsabili del superamento dei limiti di qualità ambientali. Nelle acque sotterranee, 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale. Le sostanze più frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor.
 

Redazione