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E alla fine tanto tuonò che piovve. Il Csm ha sospeso il giudice Silvana Saguto dalle funzioni di magistrato e dallo stipendio. L'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo è indagata per corruzione, abuso d'ufficio e riciclaggio dalla Procura di Caltanissetta. A chiedere il non certo consueto provvedimento erano stati la settimana scorsa il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, titolari dell’azione disciplinare.

Sono sei gli illeciti disciplinari che il Guardasigilli ha contestato al giudice. Secondo il Csm, Silvana Saguto avrebbe deciso nomine e compensi degli amministratori giudiziari "in cambio di incarichi o consulenze assegnate a componenti del nucleo familiare del magistrato da amministratori nominati in occasione di procedure di prevenzione disposte da tribunali diversi da quello di Palermo". L'ex presidente, poi, avrebbe fatto "un uso distorto" delle sue funzioni per salvaguardare "interessi privati, peraltro in un contesto che inevitabilmente investe, per la sede in cui i fatti sono maturati, la credibilità stessa della risposta delle istituzioni al fenomeno mafioso". 

La reprimenda del relatore Nicola Clivio pesa come un macigno: "Si tratta di condotte intimamente connesse allo svolgimento della funzione giurisdizionale, dalle quali deriva una perdita di prestigio irrimediabile per l’interessata e il correlativo pericolo che perduri il pregiudizio già cagionato all’immagine della giurisdizione in seguito al risalto che i fatti ascritti hanno avuto nell’opinione pubblica". Ma c'è di più, perché si sottolinea "il pericolo" che "le condotte illecite accertate" possano essere reiterate. Infatti, in seno alla "situazione di grave difficoltà economica endemica" di Silvana Saguto, si legge ancora nell'ordinanza, "qualunque funzione pubblica diverrebbe strumentalizzabile per il conseguimento delle medesime utilità".

Com'è facile intuire da queste parole al vetriolo, le conseguenze per la Saguto, che aveva chiesto il trasferimento a Catania o a Milano, sono gravi. Da oggi l'ex presidente della sezione misure di prevenzione non potrà più fare il magistrato. Quantomeno temporaneamente. Ma il suo avvocato, Giulia Bongiorno, non si arrende: "Abbiamo letto il provvedimento, è denso di errori. Lo impugneremo in Cassazione", ha detto il legale.


Fonte: LiveSicilia