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Foto di Mirko Mario Junior Di MariaEdificato nel 1870, ad opera dell'architetto Andrea Scala, il Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” è il teatro lirico di Catania.

1.200 posti realizzati con l'assistenza dell'architetto milanese Carlo Sada che compose il progetto grazie al finanziamento della Società Anonima del Politeama. Nel 1880, la struttura passò dall’essere un teatro generico, come si era voluto che fosse in principio, a un teatro lirico, che ricadde presto sotto la sovrintendenza del Comune per mancanza di fondi della Società Politeama. La struttura venne così completata in sette anni, ma si dovette aspettare il 31 maggio 1890 per l'inaugurazione ufficiale, che avvenne con il debutto di “Norma” di Vincenzo Bellini. Al compositore, che nella città etnea ebbe i suoi natali, venne dedicato il teatro.

La facciata in neobarocco, s’ispira allo stile classico di Jacopo Sansovino, che caratterizza la Biblioteca Nazionale Marciana, sita in Piazza San Marco a Venezia.
La sala a ferro di cavallo è costituita da quattro ordini di palchi e dal loggione di grande ricchezza decorativa ottocentesca. Il soffitto, con gli affreschi del pittore Ernesto Bellandi, rappresenta l’apoteosi dell’omaggio al compositore catanese, con le allegorie delle sue maggiori opere: “Norma”, “La sonnambula”, “I puritani” e “Il pirata”. Il sipario storico illustra la Vittoria dei catanesi sui libici, ed è opera del pittore catanese Giuseppe Sciuti. Nel ridotto tutto marmi e stucchi, si pone in evidenza la statua in bronzo di Vincenzo Bellini, opera di Salvo Giordano.

Propulsore della vita musicale catanese nonché ambasciatore della cultura operistica italiana, il ricco teatro ricorda la messa in scena, del 1931, de “L'amico Fritz” di Mascagni con Ines Alfani-Tellini e del 1934 con Gianna Pederzini nella “Carmen”. Gli eventi del Massimo proseguirono fino al ’41 e si arrestarono poi fino al 1944. Nel ‘50 faceva la sua apparizione sul palco Maria Callas, con la “Norma” di Bellini, opera con cui tornò a Catania nel 1951. Sempre nel 1951, la Callas fu l’applauditissima interprete di un’altra opera belliniana, “I puritani”. Nel 1955, un’edizione de “I puritani” ospitò il neo eletto Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, per l'inaugurazione della stagione. Nel 1960, l’attore e regista Vittorio Gassman portò in scena “Giovanna d'Arco al rogo” di Honegger; la rappresentazione fu ripresa dalla RAI e trasmessa in TV.

Nel 1966, la gestione del teatro passò al Comune, che inaugurò un nuovo ciclo di eventi a partire dalla belliniana “Beatrice di Tenda” di Vittorio Gui. Nel ‘70, il palco del Massimo vide il debutto catanese di Katia Ricciarelli con l’“Anna Bolena” di Donizetti. Nel 1986, il Teatro Massimo Bellini diventa Ente Autonomo Regionale, e con un’apposita legge, il suo status viene ripristinato nel 2007, dopo esser stato trasformato, nel 2002, in Fondazione.

Del "Bellini" fanno parte un'orchestra di 105 elementi e un coro di 84 elementi.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Mirko Mario Junior Di Maria